Il 15 febbraio 1933 muore a Gussago don Giuseppe Bernardelli, curato e stimato collaboratore di Monsignor Giorgio Bazzani.
Don Giuseppe precede nella tomba il suo Prevosto Mons. Giorgio Bazzani di 8 anni.
Ricorrendo gli 80 anni dalla morte di don Giuseppe Bernardelli, 15 febbraio 1933, ricordiamo pure il Parroco di Civine di Gussago, don Giacinto, morto a Gussago nel 1943, fratello di don Giuseppe Bernardelli. I due fratelli Sacerdoti vennero a Gussago, uno dopo l’altro e a breve distanza di mesi, quando a Gussago giunse Parroco, all’Assunta del 1894, don Giorgio Bazzani nativo di Bagolino. Per don Giacinto torneremo a tempo debito ricorrendo, quest’anno, per lui il 70° della morte ed anche il 150° della nascita.
Pubblichiamo la foto che di ciascuno dei due fratelli Bernardelli appare sull’immagine a lutto, “Ricordo”, distribuita alla popolazione di Pezzaze e di Civine di Gussago, l’anno 1943 alla morte di don Giacinto. “Ricordo” avuto, recentemente, da una famiglia di Pezzaze e da altra di Civine che utilmente lo hanno conservato sino a questi anni Duemila. Don Giuseppe e don Giacinto furono gli unici figli di Paolina Tanghetti (morta a Gussago, nella casa Curaziale del Beneficio di San Giovanni, primo edificio a destra salendo la ripida strada per la Santissima, ancora esistente negli anni Settanta del Novecento). Infatti, l’anno 1909, nel Registro canonico dei Morti di Gussago, leggiamo: <<1909. 27 aprile: Gussago. Tanghetti Paolina dei ff. Pietro e Brentana Maria, vedova di Bernardelli, di anni 78, ricevuti i S. Sacramenti è morta il 25 corr. Oggi le esequie. (Era madre del Parroco di Civine, e di un Curato di Gussago)>>. [Reg. Morti dal 1900 al 1921. Tavola n.46, n. 41. Parrocchia di S. Maria Assunta in Gussago]. (Ndr. Madre di don Giacinto e di don Giuseppe Bernardelli nativi di Pezzaze, parenti dei Piardi, entrambi viventi ed in cura d’anime in Gussago, Sacerdoti tanto vicini al noto Parroco gussaghese Mons. Giorgio Bazzani originario di Bagolino). [1882, 14 marzo. Muore Apollonio Bernardelli (1821): << fu equo industrioso negoziante, divoto cristiano, sacrificò la sua vita per aderire alla vocazione sacerdotale di due figli (…)>>. <<Alla cara memoria di Tanghetti Paola ved. Bernardelli nata a Bovegno il 25 novembre 1831, morta a Gussago il 25 aprile 1909 (…), i figli sacerdoti Bernardelli Giuseppe e Giacinto>>. [Epigrafe, muro d’ingresso (lato sinistro) Cimitero di Pezzaze – Stravignino].
La suddetta casa curaziale gussaghese posta sulla salita per la Santissima venne abitata anche dal Curato don Egidio Rubagotti, sino ai primi di gennaio del 1963; l’ultimo a dimorarvi, per poco, fu il Curato dell’Oratorio maschile don Enrico Cotelli che, arrivatovi nell’estate del ’63, nell’estate del 1965 si trasferì nel nuovo appartamentino realizzato tra il retro della sala cinematografica e le aule di catechismo, sopra la scala di discesa in Oratorio S. Filippo Neri e sopra il locale bar ritrovo, inaugurato a S. Pietro del 1965. (Furono baristi, primi addetti: Barbarina Longhena dimorante in Via Roma ed il ragazzo Achille Giovanni Piardi).
Don Giuseppe Bernardelli, del quale oggi ricordiamo la scomparsa, fu padrino di una delle campane della nostra torre: concerto benedetto il 2 agosto 1931 da Mons. G. Gaggia – Vescovo di Brescia. Il fratello, don Giacinto – Parroco di Civine sino al 1941 – in morte (1943) volle lasciare “fondi” ed una casa perché venisse istituita una borsa di studio per sostenere vocazioni sacerdotali provenienti da Pezzaze, Civine di Gussago. Beneficò pure la comunità di Santa Maria Assunta in Gussago. Tutti e due i fratelli vennero tumulati nella Cappella dei Sacerdoti del nostro Cimitero gussaghese.
L’anno 1931, come detto sopra, Gussago inaugura la nuova torre campanaria con anche il nuovo concerto: è la festa patronale dell’Assunta del 15 agosto; sono appena state consacrate, il 2 agosto, le nuove otto campane. Don Giuseppe Bernardelli da Pezzaze, in cura d’anime a Gussago, è padrino di una delle campane (la 5^) del nuovo concerto; è il 2 agosto. Parroco è il suo amico e compagno di scuola Monsignor Giorgio Bazzani, Prelato domestico di Sua Santità. Don Giuseppe contribuì, fortemente, alle spese per il nuovo campanile. All’inaugurazione del nuovo concerto e della torre, il 15 agosto, presenziano ambedue i fratelli, sacerdoti, Bernardelli: don Giacinto e don Giuseppe.
Molto di più si dovrebbe dire sulla vita di don Giuseppe Bernardelli spesa a favore della comunità di Gussago della quale fu benefattore in vita ed in morte, rimasto in cura d’anime a Gussago per ben trentasette anni dividendo, come sostiene Padre Giovanni Maria Bontacchio nelle sue note pubblicate nel 1944, “col Padre (N.d.r. Monsignor Giorgio Bazzani) i dolori e le gioie, le ansie e le aspirazioni, in una santa, cordialissima collaborazione. Per quindici anni fu padre degli infermi quale cappellano dell’ospedale, e poi maggiormente si avvicinò alla parrocchia per prestare in essa in modo più completo la sua opera santa. Che fa don Giuseppe? Lo sa il malato, al quale continua a portare col conforto sacerdotale, il conforto della buona parola, suggerita dal suo grande cuore, la cui ruvida veste non ne soffoca le delicate vibrazioni; (…)”. [Pezzaze nella storia e nella sua vita religiosa – ed. 1944 – Pezzaze, Parrocchia di S. Apollonio. “Gussago al suo pastore esultando per l’alta onorif. (…)”. 1931- Tipogr. “Morcelliana”].
Per completezza della vita e delle opere di don Bernardelli pubblichiamo la nota che segue, tratta da un libro a stampa dell’anno 1931.
don GIUSEPPE BERNARDELLI e don GIORGIO BAZZANI. ““DUE FIORI. Anche la montagna ha dei magnifici fiori che hanno qualità caratteristiche. Pare che essa comunichi a queste creature, ordinariamente delicate, un po’ della sua natura: spuntan fra la roccia, e con la roccia sfidano i venti e la tormenta; ed essi alla montagna danno la nota gentile: si accoppiano così la forza e la grazia che esercitano un fascino salutare sull’animo, e attirano in alto, in alto!
Sulle rocce scoscese dell’alta Valle Sabbia era cresciuto un magnifico fiore, dalla vivida corolla, temprato santamente alle lotte; fu trapiantato a Gussago, e qui l’attendeva un umile fratello della montagna; due fiori dovevano crescere insieme perché Dio stesso li aveva trapiantati.
Da pochi mesi soltanto il Rev. don Giuseppe Bernardelli si trovava tra noi (Ndr. Gussago 1894), quando il Signore c’inviò il nostro veneratissimo Pastore (Ndr: don Giorgio Bazzani), e ne divenne il figlio amatissimo, che per 37 anni divise col Padre i dolori e le gioie, le ansie e le aspirazioni, in una santa, cordialissima collaborazione.
Per 15 anni fu padre degli infermi, quale Cappellano del nostro Ospedale, e poi maggiormente si avvicinò al Padre (Ndr: don Giorgio Bazzani), per prestare in parrocchia in modo più completo la sua opera santa.
Che fa don Giuseppe? Lo sa il malato, al quale continua a portare col conforto sacerdotale, il conforto della parola buona, suggerita dal suo grande cuore, la cui ruvida veste non ne soffoca le delicate vibrazioni; lo sa il povero cui tende la mano con quella spontanea semplicità con la quale compie ogni suo buon atto; lo sanno le anime che accorrono fidenti al tribunale della penitenza, ove Egli resta per lunghe ore a trasmettere il divino mistero del perdono. Chi non Lo ricorda durante l’epidemia del ’18? Quando anche il nostro venerato Pastore (Ndr: don Giorgio Bazzani) fu tra i più gravemente colpiti dal terribile morbo, don Giuseppe, l’unico Sacerdote rimasto incolume, dopo aver accompagnato all’ultima dimora i nostri Morti, dovette spesso prestare il suo aiuto per comporli pietosamente nella fossa, compiendo con amore verso di loro anche quest’ultimo atto di carità.
E questo Sacerdote (Ndr: don Giuseppe Bernardelli) dalla rude apparenza, fu visto piangere dinanzi all’Altare, invocando la guarigione del Padre (Ndr: don Giorgio Bazzani), per la cui preziosa esistenza trepidava ogni cuore; e intenerirsi come un fanciullo quando il Signore Lo tornò risanato.
I nostri bimbi, col fine intuito dell’infanzia sanno che don Giuseppe Bernardelli è un <<burbero benefico e buono>> e lo amano con particolare affetto.
A tutte le opere sorte dal cuore del Padre (Ndr: don Giorgio Bazzani), e a cui Questi diede spiritualmente e materialmente la vita, don Giuseppe aggiunse il suo prezioso contributo: all’Oratorio maschile, alla nuova torre e ai magnifici bronzi (Ndr: dell’Agosto 1931).
Così i due fiori di montagna vivono da tanti anni insieme in Gussago; in modo diverso, come diversi i disegni e i fini di quella divina Provvidenza che li congiunse, la quale è sempre <<giusta nelle sue vie e santa nelle opere sue>>; ma pur con queste provvidenziali differenze, essi hanno comuni caratteristiche: le robuste radici nella mistica Pietra su cui poggia la Chiesa, e il cuore colla nostalgia delle purissime vette.
E a chi domanda desioso col salmista: <<Quis ascendet in montem Domini?>>. Chi ascenderà la montagna del Signore?
Essi rispondono colla santità delle loro opere: <<Innocens manibus et mundo corde!>>.
Gussago, XV Agosto MCMXXXI – Festa dell’Assunta””.
(La storia DUE FIORI viene pubblicata l’anno 1931, quando sia don Giuseppe Bernardelli quanto il prevosto Mons. Giorgio Bazzani sono ancora in vita).
A cura di Achille Giovanni Piardi