17 marzo, anniversario della morte di don Vittore Antomelli

Don Vittore Antomelli - Archivio Angioline di Teresa Angeli - Foto di Angelo Cartella
Don Vittore Antomelli – Archivio Angioline di Teresa Angeli – Foto di Angelo Cartella

Prevosto don Vittore Antomelli a Gussago dal 1961 al 1968. Portò a termine l’Oratorio femminile; volle e curò la commemorazione di Mons. Giorgio Bazzani nel 25° anno della sua morte. Don Vittore Antomelli è nato a Virle Treponti nel 1903, precocemente orfano di madre, è stato ordinato sacerdote nel 1927. Prima destinazione curato a Vestone, paese natale di Mons. Toccabelli che nominato Vescovo di Alatri, nel 1933 lo portò con sé come Segretario e come Rettore del Seminario. Nel 1939 ritorna in diocesi e dopo pochi mesi di economato a Inzino, nel 1940 è destinato curato canonico di Chiari per ben 21 anni. Nel 1961 è nominato prevosto di Gussago. Nel 1968 rinuncia alla parrocchia e gli ultimi due anni li passerà quiescente a Montichiari e presso i Fatebenefratelli di Brescia. E’ morto e sepolto al paese natale di Virle Treponti. Studente di primo premio ogni anno, ricco di intelligenza, raffinato nei gusti, signorile nei modi, non sempre si trovò a camminare con gente facile a comprenderlo nonostante il suo impegno e diligenza nel ministero pastorale, nella direzione delle associazioni, nel confessionale, nella cura degli ammalati. Provò l’amarezza della solitudine che negli ultimi anni turbò profondamente il suo spirito.
Trascrizione dal capitolo della Cattedrale di Teresa Angeli

Don Vittore Antomelli - Archivio Angioline di Teresa Angeli  - Foto di Angelo Cartella
Don Vittore Antomelli – Archivio Angioline di Teresa Angeli – Foto di Angelo Cartella

Don Vittore lo conobbi sin dal suo arrivo a Gussago, l’anno 1961, dopo la partenza del prevosto Rossini alla fine di Giugno; avevo da poco compiuto 13 anni. Lavorando impegnativamente all’Oratorio quale assistente di Giovanni Peroni e poi catechista io stesso, cercai di comprendere il suo “stile” raffinato, di persona assai colta. Difficile per quei tempi accogliere a Gussago un colto e raffinato nel tratto: il paese sapeva già tutto! Cosi credeva, credevamo. Dopo neppure due anni, dall’estate 1963, cominciava ad operare a Gussago, soprattutto tra noi ragazzi, il più che trentenne Curato don Enrico Cotelli, alla sua prima esperienza pastorale quale presbitero appena ordinato.

L’ambiente Oratoriano si era abbastanza smosso, con aria nuova e fresca. Don Egidio Rubagotti, dopo 12 anni tra di noi, aveva lasciato la direzione dell’Oratorio di S. M. Assunta proprio nel gennaio 1963, per recarsi a Palazzolo – “S. Cuore” quale Amministratore e poi Parroco, accompagnato in ciò dal nostro Prevosto don Vittore. Nel 1964 il prevosto Antomelli, dopo l’alacre lavoro di completamento esterno, aveva la gioia di vedere inaugurato dal vescovo Giacinto Tredici l’intero fabbricato dell’Oratorio femminile di Via Richiedei. Lo aveva dovuto lasciare a metà, nel maggio 1961, il precedente prevosto, Don Rossini, il quale aveva annunciato dal pulpito, l’11 maggio: “Sono felice di dirvi che non lascio una lira di debito, grazie alla vostra generosità, perché l’edificio com’è allo stato attuale è pagato completamente ed è costato diciottomilioniduecentoquarantaseimila lire: questo vi fa veramente onore” (18.246.000 lire).

I giorni scorrevano velocissimi sospinti dai testi emanati, strada facendo, dai padri conciliari. I catechisti e gli addetti alle attività oratoriane già ne udivano le parole ed i contenuti, approfondendoli. Dopo il 29 giugno 1965, don Vittore, una qualche volta, scendeva all’Oratorio, dove io operavo anche quale barista del nuovo salone ricreativo dell’Oratorio San Filippo Neri. Al Cinema entrava anche se assai poco, comunque anche qui lo incontravo essendo collaboratore presso la sala cinematografica dell’oratorio quale “maschera” e poi addetto al borderò, anche qui apprendista del Peroni e di Pietro Maffessoli dei Parulì responsabile di Sala. Pure diversi altri volontari (anche se questo termine non esisteva nel vocabolario di quei tempi) aveva modo di incontrarlo e parlargli, basti pensare ai ragazzi e giovani addetti alla cabina di proiezione, come per le ragazze e donne responsabili della biglietteria quanto del botteghino. Lo incontravo, poi, anche in chiesa dove quale primo (solo nel senso di più ardito ed in ordine di tempo) lettore durante le celebrazioni eucaristiche – nella forma attuativa delle disposizioni liturgiche conciliari del Vaticano Secondo (1965) – per la S. Messa domenicale “Alta” delle 11 e quella vespertina delle 18.

Ricordo le sue venute durante i montani campeggi estivi dei ragazzi, in particolare quella dell’estate 1965 alla Malga di Val Dorizzo, con tantissimi genitori, sotto una pioggia costante ed insistente che lo costrinse tutto il dì a porsi al tetto entro i muri della precaria abitazione, dove si svolsero S. Messa, giochi e convivialità animata, quest’ultima, dalla presenza di “Giani del Cafè, Crescini, uno dei tanti genitori presenti venuti a salutare i propri figli. In questo stesso anno veniva a Gussago, dopo Provezze, il nuovo Curato dell’Oratorio femminile don Tullio Festa. Poi, credo nel 1966, qualcosa accadde alla salute del Prevosto don Vittore, forse anche dovuto a forti incomprensioni incontrate sul suo cammino pastorale gussaghese. Ammalatosi fisicamente e moralmente si allontanava di fatto, con grande rincrescimento, dalla nostra prevostura parrocchiale alla quale solo più tardi rinunciava. Nel maggio 1967 lasciava l’Oratorio dei ragazzi anche don Enrico, destinato alla Missione tra gli emigranti italiani in Germania e Scandinavia con destinazione iniziale Amburgo. Nella seconda metà del 1968 arrivava a dirigere l’Oratorio dei maschi il novello don Fortunato Patroni, ma chi ora qui scrive e ricorda era lontano alla frontiera del Brennero in divisa ed armato. Nel frattempo, a causa dell’assenza di don Vittore, giungeva a Gussago quale responsabile della parrocchia – Economo spirituale – don Giavarini, Parroco di Cellatica, rimanendovi sino all’ingresso di don Porta, il 17 novembre 1968.

A cura di Achille Giovanni Piardi

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