
2 settembre 1982. Era stato travolto da una vettura ed abbandonato in Via Martiri della Libertà a Gussago il 31 luglio. Dopo una vita spesa per Gussago e la sua gente è finito così, nonostante tutte le personali e gravi disavventure di salute patite, subite ma sempre superate. Questa volta la pur esile ma coriacea figura nulla ha potuto al fine di evitare il trapasso. I gussaghesi ricordano questo prete: il bene fatto è presente nel cuore e nell’anima di noi nativi.
Cappellano al Richiedei e Curato in Parrocchia furono i suoi compiti, ma quanti altri ne ha svolti? Lo sanno i ragazzi e giovani in età scolare o lavorativa negli anni che hanno preceduto la seconda guerra mondiale, quanto durante e soprattutto dopo. Quanti i ragazzi passati dalla sua casa: poi Sacerdoti ovvero professionisti ed anche (solo) buoni e bravi padri di famiglia, fermatisi a Gussago o espatriati in Europa. Quante le ore spese nel corso di decenni per lezioni di ripetizione o di recupero scolastico a favore di noi, dei nostri ragazzi, oggi genitori ed anche nonni! Non credo si possano contare le giornate e le notti d’impegno di don Giuseppe, al Richiedei tra i malati e gli anziani. Per lui tutto era semplice da ottenere, come semplice era il suo animo, il suo modo di proporsi; personalmente lo conobbi quando non avevo ancora dieci anni ed il suo atteggiamento di disponibilità e franchezza umana mi sconvolse non poco, poi compresi.
Ad un uomo e prete che ne aveva passate molte e di ogni genere non spaventava nulla: guardava in faccia la vita, come detto, con assoluta franchezza, quasi con sfrontatezza. Diretto con tutti e se all’inizio ti potevi sentire a disagio, poi i suoi occhi ti ponevano tranquillo e comprendevi che avevi trovato in lui un sincero aiuto umano, un padre spirituale che ti avrebbe aiutato a crescere bene. Ad accudire lui e la sua dimora di Via Pinidolo, brulicante di anime in pena e desiderose di migliorarsi, vigilava con cipiglio Valentina Torchio, per tutti noi Tina.
Chi era don Potieri
Don Giuseppe Potieri, nato a Barbariga nel 1907, ordinato sacerdote nel 1931. La sua ordinazione avvenne il 30 maggio il giorno in cui Mussolini decretò la chiusura degli oratori e la soppressione delle associazioni cattoliche. Da quel momento si schierò dalla parte dei deboli.
Anche durante la resistenza, per l’aiuto prestato ai partigiani, provò la prigione e rischiò la fucilazione. La sua attività pastorale è iniziata a Sale di Gussago come curato e vicario economo dal 1931 al 1934, per concludersi dopo 48 anni in Gussago, cappellano dell’Ospedale Richiedei.
Nel 1981 ha celebrato la sua messa d’oro. Nella circostanza è stato pubblicato il suo diario che ha incontrato interesse e ha fatto conoscere il cuore che era nascosto, sotto il volto di semplicità e modestia, che don Potieri presentava all’osservatore superficiale.
E’ morto sulla breccia, travolto sulla strada, mentre si recava in visita agli ammalati del suo ospedale, che tanto amava.
La sua agonia è durata quaranta giorni, all’Ospedale Civile. E’ sepolto nel cimitero di Gussago.
Fonte: Achille Giovanni Piardi