Il 2 settembre di 36 anni fa moriva il Sacerdote Giuseppe Potieri. Era stato violentemente travolto da una vettura in Via Martiri della Libertà a Gussago agli ultimi di luglio. Dopo una vita spesa per Gussago e la sua gente è finito così, nonostante tutte le personali e gravi disavventure di salute patite in precedenza, subite, ma sempre superate. Questa volta la fisicamente esile, ma coriacea figura nulla ha potuto al fine di evitare il trapasso. I gussaghesi lo ricordano per il bene fatto è rimane presente nel cuore, nell’anima di noi nativi.
“Don Giuseppe Potieri, nato a Barbariga nel 1907, ordinato sacerdote nel 1931. La sua ordinazione avvenne il giorno in cui Mussolini decretò la chiusura degli oratori e la soppressione delle associazioni cattoliche. Da quel momento il novello presbitero si schierò dalla parte dei deboli. Lo fece anche durante la Resistenza e per l’aiuto prestato ai partigiani, provò la prigione e rischiò la fucilazione. La sua attività pastorale è iniziata a Sale di Gussago come curato e vicario economo dal 1931 al 1934, per concludersi dopo 48 anni in Gussago, cappellano dell’Ospedale Richiedei. Nel 1981 ha celebrato la sua messa d’oro. Nella circostanza è stato pubblicato il suo diario che ha incontrato interesse e ha fatto conoscere il cuore che era nascosto, sotto il volto di semplicità e modestia, che don Potieri presentava all’osservatore superficiale. E’ morto sulla breccia, travolto sulla strada, mentre si recava in visita agli ammalati del suo ospedale, che tanto amava. La sua agonia è durata quaranta giorni, all’Ospedale Civile. E’ sepolto nel cimitero di Gussago”.
Così lo ricorda la Diocesi Vescovile di Brescia in: RICORDATEVI…! e VIENE L’ORA!. Necrologi Sacerdoti defunti
Fu certamente Cappellano all’Ospedale Richiedei e Curato in Parrocchia S. Maria Assunta, questi i suoi compiti ufficiali, ma quanti altri ne svolse? Quanto altro dovremmo dire del Curato, Cappellano dell’ospedale Richiedei!
Per lui tutto era semplice da ottenere, come semplice era il suo animo, il suo modo di proporsi; personalmente lo conobbi nel 1958, quando non avevo ancora dieci anni, ed il suo atteggiamento di disponibilità e franchezza umana mi sconvolse non poco, poi – con gli anni, anche se a fatica – compresi il suo modo di pensare ed agire.
Ad un uomo e prete che ne aveva passate molte e di ogni genere non spaventava nulla! Guardava in faccia la vita con assoluta franchezza, quasi con sfrontatezza, diretto con tutti, senza giri di parole.
Chiudiamo questo breve ricordo, necessariamente approfondibile con i suggerimenti evidenziati in calce, con le parole ed il modo che soleva utilizzare Valentina Torchio, la sua perpetua, interloquendo con don Potieri, anche pubblicamente: Siòr Cüràt? Od anche: Chè dìzèl, Siòr Cüràt? Chè foi dè disnà, Siòr Cüràt?
A cura di Achille Giovanni Piardi
Per approfondire:
– 27 marzo, 70^ anniversario dell’arresto di don Giuseppe Potieri da parte delle SS
– 2 settembre: anniversario della morte di don Giuseppe Potieri
– 2 settembre 2012: 30° anniversario della morte di don Giuseppe Potieri