22 settembre 2014: 25^ anniversario della morte di don Egidio Rubagotti

Don Egidio Rubagotti

Il 22 settembre 2014 ricorre il 25^ anniversario della morte di don Egidio Rubagotti. In questa occasione pubblichiamo alcuni scritti risalenti alla primavera 1968, pubblicati a Palazzolo S/O – Sacro Cuore il 2 giugno 1968, in occasione del 25° di Sacerdozio di don Egidio, di ivi Parroco da 5 anni. Si tratta del ricordo, scritto da alcuni gussaghesi nel 1968, di quando don Egidio Rubagotti stava a Gussago quale direttore Oratorio.

CINEMA

Il cinema dell’Oratorio fu riaperto fiduciosamente da don Egidio nell’anno 1953. Con notevole coraggio affrontò i reali debiti che nel giro di due anni furono pagati. In seguito, il cinema divenne fonte discreta di aiuto alle opere parrocchiali. Il personale di servizio era composto dai giovani delle Associazioni maschili e femminili di Azione Cattolica. Sotto la guida accorta del rev. don Egidio, tutti lavoravano gratuitamente e con dedizione lodevole. Qualche anno dopo fu avviato il Cineforum (il primo forse in provincia) con grande successo, perché il rev. direttore sapeva ben scegliere le pellicole e gli oratori adatti per l’illustrazione dei vari problemi e per la discussione. I giovani papà di oggi a Gussago ebbero una formazione anche in questo. Don Egidio stava spesso nelle vicinanze della sala cinematografica ed aveva una particolare parola quasi per tutti quelli che vi entravano: sapeva accostare ed aiutare. Tutti a Gussago ammiravano ed amavano don Egidio, in particolare i giovani che lo seguivano più da vicino nelle varie attività. Vorrei dire che quasi quasi ne diventavano gelosi…
Maffessoli Pietro

SPORT

Don Egidio credeva nella funzione educativa e morale dello sport, soprattutto quello a livello ricreativo e dilettantistico come dovrebbe essere, specie negli oratori. Quando egli arrivò a Gussago come direttore dell’oratorio maschile, il complesso oratoriano comprendeva un campetto di calcio a sei giocatori dalle misure limitate, e da un campo di pallavolo; ma appena si presentò l’occasione il campetto di calcio divenne un ottimo campo per sette giocatori, con le misure di m. 70 x 35, il tutto cintato da una rete metallica e con rispettivi spogliatoi. Il terreno che si usò per la costruzione di questo nuovo campo era del beneficio parrocchiale, ed in partenza si pensò di poter realizzare un campo per undici giocatori, ma per sopraggiunte difficoltà (causa una strada confinante), non si poterono raggiungere le misure minime indispensabili, ed allora si ripiegò su un campo a sette. Con il passare degli anni, questo si arricchì di un impianto fisso di illuminazione, il che permise di disputare gare notturne ed allenamenti. Poi, sorse una gradinata per poter ospitare gli spettatori. Intanto tutto intorno al rettangolo di gioco, alla periferia ed in diversi altri punti dell’oratorio, vennero piantati molti alberi che, con la loro ombra e col verde riposante, rendevano più accogliente l’oratorio stesso. Dopo il campo di calcio anche il campo di pallavolo cambiò volto, trovando una nuova sistemazione più regolare, funzionale ed armonica nel complesso sportivo dell’oratorio. Don Egidio molte volte e volentieri, quando poteva, si fermava con noi a giocare (era un buon giocatore tra l’altro), e con il suo esempio invitava i giovani a restare a divertirsi nell’oratorio. La funzione di don Egidio però non si esaurì con l’installazione di nuovi impianti sportivi o con la modifica degli esistenti; ma, quale esperto direttore, egli cercò di creare dei responsabili per le diverse attività sportive, i quali facessero funzionare a dovere gli impianti e tenessero occupati i giovani ed i ragazzi in attività sane. Ecco allora che si forma una piccola società sportiva che si affilia al C.S.I. e viene denominata «Unione Sportiva Gussaghese». Per desiderio di don Egidio i dirigenti cominciarono a lavorare organizzando e guidando le varie attività sportive, senza che il direttore dell’oratorio venisse chiamato in causa, curando da buoni laici le attività che ad essi competono.
Domenico Firmo

LITURGIA

Sotto questo punto ci è abbastanza facile cogliere aspetti della sua meticolosa preparazione e formazione dl tutto quanto riguarda il servizio nelle funzioni religiose. E’ di primaria importanza l’impegno da lui profuso nell’insegnamento del canti sacri, specialmente nelle grandi solennità e in occasione delle feste dei giovani. Con don Egidio una grande Innovazione è venuta a completare il servizio già efficiente del piccolo clero: ci riferiamo al gruppo del – Tarcisiani – (quattordici per la precisione) ai quali sono stati affiancati quattro paggetti detti comunemente “Guardie svizzere”. Qualche tempo dopo si univa ai suddetti un secondo gruppo: i “pueri cantores” nel numero di otto. L’abbigliamento di questi due gruppi era ispirato alla tradizione ed alla liturgia. A tal punto era così efficiente il servizio e l’ordine da parte di tutti che, qualche anno dopo, tenutosi un concorso tra diversi paesi della provincia, il nostro piccolo clero risultò il migliore. Riuscitissima fu, con don Egidio, l’organizzazione della settimana di preghiere per l’unità delle Chiese. Grande fu la partecipazione del giovani ai quali il rev. Assistente aveva così ben saputo infondere l’idea della grave importanza di questo orizzonte ecumenico. In tale occasione ed altre simili, si profilò a Gussago la partecipazione dei laici alla liturgia nella funzione di lettori che, per la prima volta, si portavano verso l’altare. Singolare entusiasmo suscitò in noi l’innovazione nelle pratiche religiose delle veglie bibliche: prova di questo interessamento era il numeroso pubblico giovanile che le seguiva.

Un aspetto assai curioso in don Egidio era la sua “poca voglia” di predicare: però se la gente sapeva che alla tal Messa o funzione egli teneva la omelia vi presenziava più volentieri: si sentiva spesso dire: “Quando predica lui fa piacere sentirlo; e poi… ‘l te toca détèr ‘nsoma” (traducendo: ti tocca dal di dentro insomma). Per opera sua, in gran parte, ottima riusciva la funzione delle Prime Comunioni del fanciulli ai quali, per la prima volta, venivano affiancati i genitori. Don Egidio cercava l’unione delle famiglie anche al banchetto eucaristico per giungere poi ad altre unioni. Il ricordo delle sue attività rimane sempre nel nostro cuore come stimolo al bene.
Franco Peroni e Renato Bottoni

A cura di Achille Giovanni Piardi

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