27 settembre: anniversario della morte di don Battista Turelli

Don Battista Turelli
Don Battista Turelli

Il 27 settembre ricorre il 19° anniversario della “Chiamata al Cielo” di don Francesco Battista Turelli.

“Mi piace essere per voi come un dono di S. Lucia”: così si presentava ai suoi fedeli – e il donarsi gioiosamente fu lo stile di vita – di don Francesco Battista Turelli. Nasce a Sale Marasino il 14 luglio 1918. Ma già nel 1920 la sua famiglia si trasferisce a Saiano: sono poveri contadini “mezzadri”, Francesco Battista cresce temprato dal duro lavoro nei campi dei “padroni”.  A 17 anni è un giovane maturo, forte e lieto: decide di rispondere al Signore che lo chiama al sacerdozio. Stupore in paese: “tu, che non sai nemmeno servire Messa? Tu, che sei l’idolo delle “scète”?.

Presta servizio militare per ben cinque anni, durante i quali è seguito da quel grande forgiatore di vocazioni che fu Mons. Ferruccio Ferriani. Dopo i campi anche la caserma è nuova palestra per il futuro sacerdote. Ma la tempra spirituale di don Battista é forgiata specialmente dalla sofferenza e dal lutto: è orfano di padre a 10 anni e tre sorelle muoiono prematuramente; la terza a 24 anni, due mesi prima della ordinazione sacerdotale. E’ sereno e forte mentre così tante croci lo purificano.

Il giorno 14 settembre, festa della S. Croce, don Battista esce dal confessionale ed entra alla Poliambulanza di Brescia. Il giorno seguente, festa dell’Addolorata, è già evidente l’estrema gravità del suo stato di salute. Un intervento chirurgico rivela che la sua forte tempra è ormai devastata da metastasi diffuse. Durante la degenza è di edificazione per tutti. Ai medici e al personale promette “una grande cena” al “Caricatore” (il Vangelo parla di Gesù a pranzo con Simone). A chi lo visita è lui a fare forza e con le dita indica e dice di non perdere tempo con lui, di curare invece le… viti e la vendemia.

Riceve in piena coscienza dalle mani del Vescovo ausiliare l’Unzione degli infermi e il Santo Viatico. Passa le ultime ore in preghiera continua e “termina la sua corsa” con un ampio segno di croce che suggella il suo ultimo respiro, nel vespro martedì 27 settembre 1994.

A cura di Achille Giovanni Piardi

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