4 luglio 2012: 15° anniversario della morte di Padre Italo Gaudenzi

Padre Italo Gaudenzi

Oggi 4 luglio 2012 ricorre il 15° anniversario della morte di Padre Italo Gaudenzi, missionario Saveriano in Bangladesh.

Italo Gaudenzi, nato a Pedenaga di Padergnone in Rodengo, un ragazzo splendido poi un uomo intraprendente, assai capace e specializzato già all’inizio degli anni ’60, amante della montagna e della bicicletta e della gente. Vive la sua più grande esperienza e scelta di vita in quel di Gussago: vuole farsi prete e missionario scegliendo la strada tracciata dal Saverio ed entra nei Missionari Saveriani di Parma (a Brescia esiste lo CSAM Saveriano – presso la chiesa detta di San Cristo, posta sulle pendici del Castello e del Colle Cidneo, appena sopra la zona archeologica). Lavora pastoralmente in quegli anni a Gussago il Curato dell’Oratorio Don Enrico Cotelli, poi – dal 1967 – anche lui Missionario tra gli emigranti italiani in Germania, in attesa dell’invio in Missione in Africa. Italo conosce e vive molti giorni del suo impegno a Gussago assieme a tanti ragazzi della sua stessa età, suoi amici, certo non mancano ne qui a Gussago ne a Padergnone tanti altri coetanei che lo seguono, tra questi i genitori, i fratelli e lo zio Don Luigi – Parroco in quel di Rogno. Italo è amabilmente coinvolgente nella sua idea di vita e travolgente per noi che gli stiamo attorno.

Quando nel 1980 è procinto di partire per la Missione, che sarà il nuovo, appena nato, Bangladesh (Bengala dorato), la festa d’addio e di buon viaggio si svolge a Gussago. Lo incontriamo, tutti, più volte, dopo il suo ritorno dal paese asiatico ci porta le sue esperienze di otto anni passati in diverse località bengalesi.

Lo andiamo a trovare quando è “costretto” a restare in Italia coll’impegno di curare le varie case saveriane.
Torna in Bangladesh solo nel 1995, ma nel 1996 è già di ritorno a casa con i primi chiari segni della malattia. Lo abbiamo incontrato anche durante la cura, ma subito ci manca il 4 luglio 1997.
Ci aveva proposto la sua idea di sviluppare l’aiuto verso i più poveri del Bengala, cosiddetti Fuori casta, anche alimentando ed allargando l’infermeria di Khulna dei Saveriani (condotta dalle suore – note col nome di Maria Bambina) poi servito, periodicamente, da varie equipe di medici italiani.

Alla morte di padre Italo, in quell’infuocata estate del 1997, come Piardi pensammo di dare una mano all’idea e nella successiva estate 1998, primo anniversario della sua dipartita, il 26 luglio da Pezzaze di Val Trompia già partivano verso l’Ospedale Santa Maria di Khulna i primi consistenti aiuti; infatti, la cessione del primo volume del Casato PIARDI, circa 300 copie, faceva necessariamente ed esclusivamente riferimento al Santa Maria, nel ricordo di chi seppe farci conoscere le minimali necessità esistenziali dei bengalesi, soprattutto bambini nati con malformazioni.
Da quei momenti l’impegno verso il Santa Maria continua sino ad oggi divenendo per i Piardi un impegno solidale permanente.
Vedi: http://www.piardi.org/solidarieta.htm

Fonte: Achille Giovanni Piardi

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