Accoltellamento in strada in pieno centro

Carabinieri

Senegalese di 22 anni inseguito per il paese e ferito davanti a testimoni da due persone attorno alle quali si stringe il cerchio delle forze dell’ordine.

Una lite. Un inseguimento per le vie del paese. E infine la lama di un coltello che va a segno. Più volte. Un uomo che resta a terra, sotto gli occhi di un pubblico allibito. E due litiganti che fuggono in auto, facendo perdere le proprie tracce. Una sequenza da brivido quella scorsa come un brutto film poco prima delle 20 a Gussago. Secondo la prima ricostruzione, la vittima, un 22enne di colore, mentre si trovava all’interno di un bar, ha avuto un diverbio con altri due avventori, a quanto pare due italiani sui quartant’anni. Sono volate parole. Poi gli animi si sono surriscaldati. Troppo. Lo straniero si è dileguato, ma i due italiani non si sarebbero accontentati di quell’epilogo. Sarebbero infatti balzati su un’auto, stando alle prime testimonianze raccolte, per inseguire l’altro litigante. E l’hanno raggiunto in via Don Mingotti, pieno centro del comune franciacortino, a due passi dall’oratorio e dalla chiesa. Lì, in uno slargo, uno dei due ha raggiunto l’uomo armato di coltello e gli ha sferrato, secondo la prima ricostruzione, non meno di due fendenti: uno all’addome e uno al collo.

Poi, mentre alcuni passanti osservavano attoniti quella scena da romanzo criminale, i due sono tornati a bordo della vettura con cui avevano inseguito la vittima e si sono dileguati. Sul posto sono giunti, dopo l’allarme al 118 e al 112, un’ambulanza e i carabinieri. Lo straniero è stato condotto alla Clinica S. Anna. Al momento non si ha notizia delle sue condizioni. Gli investigatori stanno raccogliendo le prime testimonianze: a quanto pare quella che si è aperta a Gussago ha tutto il sapore di una notte di caccia all’uomo.

Fonte: giornaledibrescia.it

Dalla lite alle coltellate

Sangue, violenza e una cinica caccia all’uomo ieri sera, attorno alle 20, in pieno centro a Gussago. Il risultato: un giovane di colore accoltellato all’ombra della chiesa di Santa Maria Assunta e due persone attorno alle quali si è già stretto ieri sera il cerchio delle forze dell’ordine. Tutto è successo con fulminante velocità e cruenza. Una lite, forse scoppiata in un bar, tra due uomini della zona sulla quarantina e un ragazzo senegalese, un metro e 92 di altezza e di corporatura robusta, di 22 anni. Forse un regolamento di conti, con gli occhi dei due aggressori colmi di odio e isteria, fino all’innescarsi della scintilla. Il passaggio dalle parole ai fatti è rapido: scatta una caccia all’uomo che, secondo le ricostruzioni dei testimoni, assume drammaticamente le sembianze di una delle più riuscite sequenze di un concitato film d’azione. Il ragazzo sfreccia a piedi, a tutta velocità, per via Roma; alle sue spalle si lanciano all’inseguimento sfrenato e folle i due, a bordo pare di una Panda bianca. Raggiunta piazza San Lorenzo il giovane imbocca, spinto dalla disperazione e dall’adrenalina, via don Mingotti. Qui l’inseguimento in auto si interrompe per i malfattori, che si vedono sbarrare l’imbocco della via da una vettura in fase di retromarcia all’uscita da un parcheggio. Gli uomini abbandonano quindi la Panda e raggiungono il senegalese, urlando a squarciagola insulti razzisti. Armati di coltello atterrano il ventiduenne, lo immobilizzano e, di fronte agli occhi sbigottiti e increduli di testimoni, feriscono al collo il giovane ragazzo di colore. Tentano un secondo assalto, stavolta all’addome, fendente che fortunatamente viene parzialmente schivato dalla vittima. Intervengono prontamente i passanti richiamati dalle urla disperate dello sventurato; mettono in fuga gli aggressori – che risalgono sulla Panda e si dileguano – quindi prestano le prime cure al ragazzo. Tempestivo l’intervento dell’ambulanza che conduce il giovane, cosciente, alla Clinica Sant’Anna di Brescia; lì viene medicato e dimesso con una prognosi di dieci giorni con ferite superficiali al collo e all’addome.

Repentino l’intervento sul posto delle forze dell’ordine, con i carabinieri del Nucleo Operativo Radio Mobile, compagnie di Gardone Val Trompia e di Brescia, le quali, anche sentendo i testimoni, hanno individuato il contesto in cui è avvenuta l’aggressione, ricostruito i termini dell’aggressione stessa e hanno stretto il cerchio attorno ad alcuni personaggi già noti alle forze dell’ordine, tra cui probabilmente gli aggressori.
Federico Bernardelli Curuz

Fonte: Giornale di Brescia

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