
Aveva 88 anni, viveva da sempre a Gussago ed aveva contribuito a creare l’area di Piazzole.
L’estremo saluto a Giovanni Battista Drera è un cadenzato e composto sventolio rivolto all’infinito del fazzolettone verde a bordi rossi, quel fazzolettone a lui tanto caro, simbolo degli scout ed in particolare della realtà di Gussago, che ora rende omaggio a una delle sue personalità più importanti, vero motore e cuore pulsante della realtà scoutistica bresciana. Il funerale si svolgerà domani, venerdì, alle 10:30 nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, a Gussago. Giovanni Battista, scomparso martedì all’età di 88 anni, è ricordato da amici e conoscenti con grande gratitudine, riconoscenza e commozione. Fu uno dei fondatori del gruppo scout di Gussago, ed ebbe un ruolo importantissimo nella Fondazione San Giorgio e nella creazione della bellissima base scout di Piazzole. Un sorriso sempre per tutti, tanta esperienza e un contagioso amore per la natura.
«Sicuramente se ne va un’altra figura importantissima del nostro territorio – racconta Giovanni Coccoli, assessore del Comune di Gussago, legato al mondo scout -. Fu un grandissimo esperto di botanica e della lavorazione del legno. Le sue interessantissime lezioni e importanti insegnamenti sono profondamente impressi nella memoria». Di lui sarà impossibile dimenticare la grande simpatia, il senso dell’umorismo, l’autoironia e la grande esperienza. Viveva per lo scoutismo. «Piazzole – prosegue Coccoli -, oggi riconosciuta come base scout a livello nazionale, non era Piazzole senza Battista e Nicolina, sua moglie, scomparsa ormai un anno e mezzo fa. Sono stati una coppia meravigliosa e inseparabile, con due grandissime passioni, lo scoutismo e il teatro. Se non erano a Piazzole era molto facile trovarli all’Oratorio, intenti a preparare qualche spettacolo teatrale in dialetto, con la stessa passione ed entusiasmo». Ora l’addio ad un caposaldo dello scoutismo, una processione di camicie azzurre, pantaloncini di velluto blu e fazzolettoni per accompagnare Giovanni Battista verso l’ultima escursione.
Federico Bernardelli Curuz
Fonte: Giornale di Brescia