Giulia Venturelli è entrata a far parte dei Ragni della Grignetta. L’alpinista bresciana ha così vestito per la prima volta il prestigioso maglione rosso del gruppo lecchese, nato nel 1946 e che tuttora rappresenta un’icona per gli sportivi della montagna. I Ragni di Lecco sono infatti un simbolo delle scalate sulle vette più alte, dell’arrampicata su tutti i terreni e dell’avventura in zone remote. In questi giorni anche la Venturelli si è aggiunta alla squadra: «Ne sono molto contenta e onorata – evidenzia la 34enne di Gussago -. Unirsi a questo gruppo mi aiuterà ad avere più carica e motivazione: mentalmente sento tanta energia positiva».
Escursionista sin da piccola, la bresciana ha presto iniziato ad arrampicare e dal 2015 è guida alpina: «Lo faccio a tempo pieno ma riesco a coniugare il lavoro con la mia passione, dedicando gran parte del tempo libero all’attività personale in montagna». Il suo ingresso nei Ragni, insieme ad altri 6 nuovi membri, è recente. Ma l’inizio della storia va indietro di qualche stagione: «Frequento l’ambiente del gruppo da alcuni anni – ricorda la Venturelli -. E l’inverno scorso, con alcuni “ragni”, ho partecipato a una spedizione in Patagonia». Insieme hanno ripetuto la mitica via sulla parete ovest del Cerro Torre nel 50esimo anniversario della prima salita. Questa però non è stata l’unica ascensione compiuta con i membri del gruppo di Lecco, che così hanno deciso di consegnarle il simbolico maglione rosso. Una commissione tecnica ha valutato il curriculum alpinistico della Venturelli, poi l’assemblea ne ha deliberato l’ammissione. E oltre alla felicità c’è di più: «Per esempio l’onere di rappresentare un gruppo così importante. Dovrò dimostrare di essere altezza dei grandissimi alpinisti della storia dei Ragni, che hanno sempre mantenuto un livello alto sapendo coinvolgere le diverse anime dell’alpinismo e dell’arrampicata».
Giulia Venturelli ha sempre frequentato la montagna con la famiglia per poi alzare l’asticella: «Formavamo una bella compagnia con i miei genitori, mia sorella e i cugini – sorride -. A 16 anni ho iniziato ad arrampicare e ad aumentare le difficoltà con l’alpinista bresciano Beppe Chiaf che è stato il mio mentore, più di un maestro». E ora è già ricco il curriculum della giovane franciacortina, che vanta il concatenamento con gli sci delle 3 pareti nord di Adamello, Busazza e Presanella (in giornata, con il camuno Leo Gheza), ma anche le salite a 3 delle pareti nord più difficili delle Alpi: Eiger, Cervino e Grandes Jorasses. Poi il pilone centrale del Freney sul monte Bianco, la est delle Grandes Jorasses (prima italiana), tante vie di roccia sulle Dolomiti e le spedizioni in Nepal, Perù e Stati Uniti (a El Capitan nel parco dello Yosemite).
Luca Regonaschi
Fonte: Bresciaoggi