
La Franciacorta dei sindaci
Diciotto sindaci hanno dato vita, dopo anni di intenso lavoro, all’area vasta. Un modello di sviluppo sostenibile, coerente e responsabile del territorio.
Dopo quella dei vini, scende in campo la Franciacorta dei sindaci, meglio: la «Terra di Franciacorta».
Il Monastero San Pietro in Lamosa di Provaglio d’Iseo ha fatto ieri da cornice ad un accordo che è stato definito «storico». Del resto riuscire a mettere d’accordo 18 sindaci, di varia estrazione politica, non è stata certo cosa facile, ma la«mediazione» di Fondazione Cogeme ha dato i suoi frutti. E così la Franciacorta, o meglio l’area vasta di Franciacorta ha dei confini «certi»: Adro, Capriolo, Cazzago San Martino, Cellatica, Coccaglio, Cologne, Corte Franca, Erbusco, Gussago, Iseo, Monticelli Brusati, Ome, Paderno, Paratico, Passirano, Provaglio d’Iseo, Rodengo Saiano e Rovato.
Per il perimetro della «Franciacorta dei sindaci» si è fatto riferimento al decreto ministeriale che riconosce la «Franciacorta dei vini».
Nel concreto si tratta di dare vita ad un «sistema Franciacorta» che, prendendo spunto da quello fatto in modo eccelso dalle cantine in questi decenni, crei un nuovo «soggetto» che si possa presentare a livello nazionale e internazionale: un’unica voce e quindi più forte e autorevole rispetto all’ordine sparso dei singoli Comuni.
Un’area che si estende per 262 chilometri quadrati: oltre 146mila le persone che vivono in questo piccolo eden terrestre. «L’intento -ha spiegato Antonio Vivenzi, sindaco
di Paderno e presidente protempore della nuova realtà – è quello di realizzare un nuovo modello di sviluppo del territorio, che prevede una nuova forma di aggregazione sovracomunale volta a riprogettare, in piena condivisione, il territorio della Franciacorta con l’obiettivo di tutelarlo e valorizzarne le peculiarità ad ogni livello, per uno sviluppo responsabile, coerente,
sostenibile».
Che il progetto fosse atteso come urgente lo dimostra il sostegno ottenuto nelle varie Amministrazioni comunali; l’accordo è già stato approvato in 16 consigli comunali (gli ultimi due lo faranno in questi giorni) e ha raccolto il 90% dei consensi: su 217 consiglieri, 195 hanno detto sì, 20 si sono astenuti e 2 hanno detto no. Un progetto ambizioso sostenuto in modo convinto anche dalle cantine della Franciacorta (ieri mattina era presente il presidente del Consorzio Maurizio Zanella era presente alla firma dell’accordo), del resto, come detto, i produttori l’importanza di fare sistema l’hanno capita da tempo.
«Un accordo senza precedenti – ha commentato entusiasta Vivenzi – che costituisce un modello virtuoso di eccellenza operativa per la Franciacorta ma, anche e soprattutto, per l’intero territorio bresciano. Con questo progetto vogliamo andare oltre i personalismi e i colori politici, per guardare insieme nella stessa direzione. Solo così sarà possibile ridisegnare la Franciacorta nel pieno rispetto del territorio e sulle reali esigenze della popolazione, preservandone le peculiarità e le vocazioni».
Ma al di là delle belle parole, ora è già tempo di pensare ai progetti concreti. Le linee guida della strategia da seguire saranno proposte da uno studio privato specializzato in siti dell’Unesco. Solo allora si scoprirà se la strategia anticrisi si rivelerà vincente.
Fonte: Giornale di Brescia