Da Corzano a Gussago. Non si è ancora spenta l’eco del grido d’allarme che si è levato nei giorni scorsi dalla Bassa, che la sirena d’allerta è tornata a risuonare, questa volta in Franciacorta. Certo, per quanto riguarda Corzano il direttore generale del welfare della Regione Lombardia Marco Trivelli, sentito nei giorni scorsi in Commissione sanità, aveva ridimensionato le preoccupazioni di chi considerava opportuna una zona rossa per area evidenziando che per la Commissione, il fatto che il focolaio fosse inserito in un quadro di andamento decrescente dei contagi escludeva automaticamente una simile necessità. E anche Gussago, da questo punto di vista, ha registrato nell’ultima settimana un calo di contagi che dai 19-20 quotidiani è sceso mediamente a sei-otto. Anzi, gli ultimi dati disponibili – che risalgono a mercoledì – segnalano solo cinque nuovi contagi. Ma tant’è, se l’andamento decrescente dei nuovi contagi nel Comune franciacortino aveva cominciato a far ben sperare la popolazione, ieri da Ats è giunta una vera e propria «tegola» che ha rimesso tutto in discussione.
Dal primo febbraio una classe quarta elementare del plesso di Ronco dell’Istituto comprensivo di Gussago era a casa a motivo della positività di due maestre e altrettanti alunni riscontrata con un tampone effettuato il 28 gennaio e il cui esito positivo si era avuto il 30. Come da protocollo anticovid, Ats aveva organizzato il percorso da seguire che, nell’ipotesi favorevole, avrebbe consentito il rientro a scuola degli alunni mercoledì scorso. E così invece non è stato. A far nascere i dubbi di Ats è stato l’elevatissimo numero di contagi registrato in pochissimi giorni tra i familiari dei bambini. Praticamente interi nuclei familiari sono risultati positivi, e proprio questo ha fatto temere di avere a che fare con un nuovo focolaio di variante inglese che è caratterizzata proprio dall’estrema contagiosità del virus. Per non correre rischi, martedì Ats ha ricontattato tutti gli alunni per sottoporli a un ulteriore e specifico tampone, disponendo al contempo il rinvio del previsto rientro a scuola della classe. E così si è avuta la conferma: 12 bambini asintomatici sono risultati positivi alla variante inglese, gli altri 14 negativizzati. In conclusione, i negativi sono rientrati a scuola ieri, mentre per i 12 positivi il disciplinare della variante prevede l’isolamento per altre due settimane, sperando che nel frattempo si possano anche loro negativizzare. In Municipio si sono ovviamente vissute ore convulse di confronto continuo con Ats e con la dirigenza scolastica per definire una strategia operativa che garantisse la sicurezza dei 120 alunni che frequentano il plesso di Ronco, dei loro familiari e dei docenti. La decisione che ne è scaturita è stata di non chiudere la scuola. Le lezioni saranno già sospese da sabato a martedì per le vacanze di carnevale. La chiusura del plesso avrebbe avuto come conseguenza che molti genitori, per non lasciare soli i figli, li avrebbero affidati ai nonni, e questo è un rischio che si è voluto evitare in mancanza di palesi indici di allarme. Il sindaco Giovanni Coccoli ha però invitato tutti alla massima cautela, al rispetto delle norme sanitarie, a non partecipare a eventi di carnevale (nessuna festa è stata organizzata dall’Amministrazione o da altre realtà pubbliche), a non frequentare zone e luoghi affollati. «La mia preoccupazione è che i contagi possano aumentare – ha concluso Coccoli -, e sarebbe penalizzante per tutti noi dover chiudere le nostre scuole. Pensiamo al bene dei nostri ragazzi, e facciamo ancora degli sforzi per il bene della nostra comunità».
Fonte: Bresciaoggi