Un «Art Bonus» per il recupero della Santissima e per finanziare le operazioni di manutenzione della fontana di piazza San Lorenzo. Il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità la mozione, presentata dal consigliere comunale Lucia Lazzari (Lega Nord), all’opposizione, per il recupero e la valorizzazione di beni di interesse storico-artistico di proprietà del Comune di Gussago. Il paese aderisce così al decreto del Mibact (il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo) ideato per favorire il mecenatismo culturale.
Chi effettua erogazioni liberali in denaro per il sostegno della cultura e del patrimonio culturale pubblico italiano, infatti,come previsto dalla legge, potrà godere di credito di imposta pari al 65% dell’importo donato. Le donazioni devono essere destinate a interventi di manutenzione, protezione e restauro di beni culturali pubblici, a sostegno degli istituti e dei luoghi della cultura di appartenenza pubblica (musei, biblioteche, archivi, aree e parchi archeologici, complessi monumentali) delle fondazioni lirico-sinfoniche e dei teatri di tradizione. O, ancora, per la realizzazione di nuove strutture, restauro e potenziamento di quelle esistenti, di enti o istituzioni pubbliche che, senza scopo di lucro, svolgono esclusivamente attività nello spettacolo.
«Considerando che i fondi necessari per la manutenzione del patrimonio culturale comunale, come la fontana di piazza San Lorenzo e la Santissima, oltre che con la partecipazione a bandi europei e regionali, potrebbero derivare anche da erogazioni liberali effettuate da parte di singoli cittadini, ditte e società, ecco che – ha sottolineato Lucia Lazzari -, con questa approvazione, compito del sindaco e della Giunta, sarà divulgare e pubblicizzare l’Art Bonus e registrare il Comune sul portale artbonus.gov.it, segnalando i beni comunali e gli interventi che si propongono di effettuare». Ecco l’ennesimo, nuovo tentativo, dopo innumerevoli proposte e progetti, finora incompiuti, per recuperare uno dei simboli di Gussago.
Che sia la volta… «bonus»?
Federico Bernardelli Curuz
Fonte: Giornale di Brescia