Uno spiraglio si apre sullo spiedo bresciano. Non è escluso che a fine mese l’argomento sia discusso nelle commissioni Agricoltura della Camera e del Senato con il fine di rimuovere la modifica alla legge sulla caccia, apportata la scorsa estate. Revisione che ha comportato – attraverso il divieto di acquistare i volatili anche nei paesi extraeuropei – l’impossibilità, per i ristoratori, di preparare il piatto della tradizione. I parlamentari bresciani, nelle scorse settimane avevano individuato, come intervento strategico, il percorso dell’audizione presso le commissioni Agricoltura del Parlamento. Secondo alcuni politici sarebbe più facile ottenere una deroga rispetto al piatto tipico, come è avvenuto per altri prodotti della cultura gastronomica nazionale, più che intervenire, mutando una modifica di legge che nasce dal recepimento della direttiva europea. Comunque entrambe le strade saranno percorse e, lasciano intendere gli esponenti del composito comitato a favore dello spiedo, che nulla sarà intentato per riportare nelle nostre tavole il piatto tradizionale.
I bresciani intendono giungere a Roma con un ampio pacchetto di «deleghe territoriali» rispetto all’azione che sarà svolta. A tal proposito, nelle ore scorse, è stata data notizia dell’adesione all’azione a favore dello spiedo da parte di oltre 100 Comuni bresciani, circa la metà dell’intero gruppo degli Enti locali presenti sul nostro territorio. «L’obiettivo – dice Giovanni Coccoli, assessore di Gussago, Comune capofila dell’iniziativa – è di mandare, tramite la Provincia, l’appello all’emendamento della legge – al quale hanno aderito anche Confcommercio, Confagricoltra, Agriturist, Arthob, l’associazione Ristoranti di Gussago e i ristoratori di Serle – al Parlamento già nella prossima settimana. Nell’emendamento chiediamo che vengano tolte le parole “anche se importati dall’estero” da questa modifica di legge. Nell’appello che accompagna l’emendamento sottolineiamo il fatto che la legge modificata ha buttato all’aria una tradizione. Non va dimenticato che la categoria dei ristoratori è in forte sofferenza, in un periodo già di per sé non positivo».
Nel frattempo è stato netto il calo nelle prenotazioni, a Gussago come a Serle (due centri nevralgici per lo spiedo tradizionale), a seguito della modifica di legge che ha costretto i ristoranti a servire uno spiedo privo degli uccellini, snaturando, di fatto, un piatto che veniva esaltato dalla tipica nota amarognola, derivata dalla lunga e sapiente cottura dei volatili. «È chiaramente un brutto colpo per un territorio che è impegnato a rilanciare l’enogastronomia – conclude Coccoli -. Confidiamo in questo emendamento. Sembrerebbe che a fine gennaio questa modifica possa tornare in Parlamento, con la possibilità di porre rimedio e consentire di portare avanti questa antica tradizione».
Federico Bernardelli Curuz
Fonte: Giornale di Brescia