Numerosi cani morti dopo aver mangiato le polpette, molti quelli salvati.
La voce è circolata prima sui social network e nei passaparola. Poi sono arrivate le conferme. A Gussago e Rodengo
è allarme bocconi avvelenati. Alcuni cani sono morti, altri sono stati portati dal veterinario perché vittime di violenti conati di vomito e attacchi gastrointestinali. Questa settimana è morto un pastore tedesco a Rodengo, in via Paderno, e pochi giorni fa, nella frazione gussaghese di Navezze, nella zona Valle del Faido, sono stati avvelenati altri due cani. «Erano nel terreno vicino al bosco – spiega il proprietario -, un meticcio e un cocker, deceduti a distanza di pochi giorni l’uno dall’altro. Non abbiamo trovato tracce di bocconi ma il veterinario, al quale siamo riusciti a portare il cocker nero poco prima che morisse, ci ha potuto purtroppo solo dire che con tutta probabilità si è trattato di avvelenamento». Stessa diagnosi anche per il pastore tedesco: «L’animale quasi sicuramente ha mangiato qualcosa che lo ha fatto star male- spiega il veterinario Alessandro Zappa, che nulla ha potuto fare per salvare il pastore tedesco -. E’ arrivato in ambulatorio in condizioni già drammatiche». In questi giorni, prosegue il medico «stiamo registrando anche una forma diffusa di disturbo gastrointestinale, nel caso del cane lupo però i sintomi erano molto più eclatanti e violenti e la cosa esclude la forma batterica e virale che si rivela mortale sono nei cuccioli».
Tante le segnalazioni e le richieste di chiarimenti su voci che stanno spargendo timore e preoccupazione tra gli abitanti di Gussago. Segnalazioni anche di casi al parco di Sale, nei campi dietro il cimitero di Roncoe in val Volpera. Sui «distributori» di polpette ognuno ha una sua opinione: dal vicino astioso, chi parla di azione preventiva di ladri e malviventi per pulire la zona dai cani da guardia, chi attribuisce le colpe ai potenti diserbanti dei campi e per ultimo, anche se poco verosimile, ai cacciatori, che avrebbero gettato questi bocconi «in vista della caccia al cinghiale e della lepre, per poter liberare i boschi da predatori, come la volpe». Accuse, queste ultime, fermamente respinte al mittente. «Bisognerebbe avere prove alla mano prima di fare delle accuse così gravi e così insensate – spiega il presidente di Federcaccia Gussago, Valter Veneziani -. La caccia al cinghiale è attiva da tutto gennaio e, premettendo che a prescindere si tratta di un gesto immotivato per un cacciatore e amante della natura, che senso avrebbe avuto gettare dei bocconi avvelenati ora, rischiando così di ammazzare sia i cinghiali che il proprio cane, per il quale i cacciatori nutrono un grande amore e che ha inoltre un alto costo economico d’addestramento?». In ogni caso, i proprietari di cani è meglio facciano molto attenzione. I bocconi sono intrisi di stricnina, cianuro o di sostanze chimiche altamente dannose. «È difficile riuscire a distinguere il sintomo di avvelenamento da un disturbo gastrointestinale – spiega Zappa – . È importante tenere sotto controllo il proprio animale e, al primo segno di malessere, portarlo subito in un ambulatorio veterinario». Un cane avvelenato presenta fin da subito tremore, vomito e forti attacchi gastrointestinali a cui seguono, entro poche ore, lo svenimento e alla fine la morte dell’animale. Intervenire subito è fondamentale per salvargli la vita.
Federico Bernardelli Curuz
Fonte: Giornale di Brescia