Buon compleanno libertà: l’Anpi commemora il 70^ anniversario della Liberazione

25 aprile 2015

Il 21 marzo a Gussago la giornata organizzata dall’Anpi con la commemorazione della morte dei due bresciani alla Sella dell’Oca avvenuta nell’ottobre del 1944.

In tempo di guerra, anche sulle colline gussaghesi la lotta partigiana non ha risparmiato gesti di eroismo e di estrema generosità. Come nel caso di Mario Bernardelli e Luigi Zatti, che a soli 20 e 19 anni, nel ’44 hanno trovato la morte alla Sella dell’Oca, per opera del piombo fascista. Il loro ricordo in paese resta indelebile perché molti aiutavano i partigiani che percorrevano le cime dei colli. E anche quest’anno, in occasione della ricorrenza del 25 aprile, è previsto un programma commemorativo della Resistenza con un serie di appuntamenti organizzati dall’Anpi di Brescia, dal Gruppo Lino Pedroni (nato più di un anno fa, all’interno dell’Anpi Brescia, in memoria del presidente provinciale Lino Pedroni, scomparso nel 2013) e dalle sezioni Anpi di Gussago, Castegnato e Roncadelle.

Gli incontri si terranno, a partire dal 21 marzo, nei Comuni di Gussago, Castegnato e Roncadelle. Si inizierà a Gussago, con l’intervento di Giulio Ghidotti, presidente dell’Anpi di Brescia in sala Togni alle 15. E in quell’occasione il pensiero andrà inevitabilmente al dramma della Sella dell’Oca, a monte di Civine. È la piovosa notte tra il 26 e il 27 ottobre del 1944 – periodo in cui i rastrellamenti fascisti si stanno intensificando – e l’odore acre del legno marcescente si mescola con i caldi fumi di un fuoco poco lontano proveniente dai Camaldoli. Venti partigiani bussano alla porta, cercando cibo e un posto dove riposare – come racconta Rinetta Faroni, autrice del volume «Nuove stagioni a Camaldoli di Gussago» -. Qui vengono accolti e vengono offerta loro polenta, stracchino, castagne, patate e vino. Viene fornito del fieno e indicato un piccolo ripostiglio per attrezzi, lungo il sentiero per San Vigilio, da utilizzare come rifugio. Il giorno seguente ai Camaldoli arriva l’abituale rastrellamento delle Brigatenere, attirate dalle leccornie conservate nelle dispense dell’eremo. Il destino vuole che, mentre le truppe fasciste di ritorno dalla loro spedizione, il partigiano Mario Bernardelli si trovi di fronte la colonna e inizi istintivamente a sparare. Immediata è la risposta delle Brigate nere che uccidono un partigiano, Santo Moretti, e catturano Bernardelli, Luigi Zatti e un altro loro compagno non ben identificato. Gli altri riescono a fuggire. Bernardelli e Zatti vengono portati, il 28 ottobre, alla Sella dell’Oca, fatti voltare di spalle contro il muro di Villa Tilde, quindi fucilati.
Federico Bernardelli Curuz

Fonte: Giornale di Brescia

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