Il territorio di Gussago fu interessato fin dai tempi più remoti, come tutte le località con clima favorevole e presenza di acque, da insediamenti di tribù o gruppi di famiglie.
Le popolazioni di cui si presume originariamente la presenza sono quelle dei Liguri, che si stabilirono lungo i percorsi già tracciati in epoca preistorica; in seguito i Galli Cenomani costituirono piccoli nuclei nelle zone lungo il sentiero pedemontano, nelle vallette ricche di sorgenti e nella boscosa pianura. La successiva romanizzazione, oltre a dare una nuova organizzazione amministrativa, strutturò il territorio con il consolidamento del “pagus” e dei “vici”, delle ville rustiche e dei villaggi poi piccoli borghi, con la viabilità, la centuriazione dei terreni e le coltivazioni collinari. I reperti romani più interessanti sono stati ritrovati a Sale, a Ronco, in Casaglio, nei terreni verso Piedeldosso; molti sono andati persi, altri sono conservati nei Musei Civici di Brescia.
Decisamente importante fu la presenza dei Longobardi, testimoniata dalle lastre longobarde del “pulpito di Maviorano” conservate nella Pieve, da tombe, arredi , reperti, toponimi e termini rimasti nel dialetto. La diffusione del cristianesimo diede impulso alla vita sociale e religiosa che si sviluppò appunto intorno alla Pieve di Santa Maria in frazione Piedeldosso, sorta probabilmente su precedente edificio religioso, e diede a Gussago un ruolo amministrativo centrale; in epoca medievale molti terreni di Gussago, citato già in documenti dal secolo IX, furono donati dai Re Longobardi e dagli imperatori franchi al celebre monastero benedettino di Leno, bonificati e roncati per le colture di vite, cereali, alberi da frutto, con relativi interventi circa l’imbrigliamento dei torrenti e lo sfruttamento delle sorgenti per le ruote dei mulini e dei magli. Anche i monasteri di Santa Giulia e di San Faustino e l’abbazia di Rodengo ebbero fondi nel territorio gussaghese.
Per molti secoli la Pieve fu governata da un monaco benedettino “praepositus”, preposto dall’abate di Leno, e il titolo di prevosto fu sempre attribuito ai sacerdoti del clero secolare nominati dal vescovo fin dal XVI secolo.
Fonte: www.comune.gussago.bs.it