Nel corso del XVIII secolo la presenza del vescovo Querini e la volontà dei fedeli delle varie contrade porta al restauro delle chiese sparse sul territorio e alla costruzione della nuova Chiesa parrocchiale con conseguente sviluppo della contrada Castelli e la decadenza del vecchio edificio della Pieve.
L’onda lunga delle vicende militari e politiche di quel secolo tocca anche Gussago, all’inizio per la guerra di successione spagnola e a fine secolo per l’arrivo di Napoleone.
Il governo provvisorio della Repubblica bresciana spazza via i rappresentanti del governo veneto, e, tra i vari cambiamenti, adotta la struttura amministrativa francese: non ci sono più le Quadre, Gussago entra a far parte del Dipartimento del Mella, Ronco cessa di essere Comune autonomo e diventa frazione di Gussago con Brione.
Vengono soppressi i conventi della Santissima e di Camaldoli, passati al demanio e in seguito venduti a privati che ne faranno dimore di villeggiatura e abitazioni per i loro contadini.
Dopo il congresso di Vienna del 1814 il Veneto, Brescia e Bergamo vengono aggregati alla Lombardia austriaca per dar vita al regno Lombardo-Veneto sotto il controllo diretto dell’Austria. Gli abitanti delle campagne, compresi quelli di Gussago, si adeguano al nuovo governo e non si oppongono al regime, troppo presi dai problemi del quotidiano; la vita economica è legata ancora all’agricoltura, condizionata da periodi sfavorevoli per avverse condizioni climatiche o fluttuazione dei prezzi. Le attività artigianali, soprattutto quelle dei bottai, dei mugnai, dei fabbri ferrai, della produzione di tele e fustagni, seguono l’andamento dell’agricoltura.
Si sviluppano le osterie ed il commercio di vini e cereali, e in particolare la gelsicoltura e la bachicoltura, che vedono attive nel 1841 ben otto filande con 119 fornelli; la crisi della seconda metà del secolo porta ad una drastica contrazione di tale settore, costretto a dimensioni domestiche. Il vento delle rivolte liberali del 1848 si diffonde anche a Brescia; e quando la città, nel marzo 1849, insorgerà contro l’Austria, arriveranno da Gussago cinquanta fucili e ottanta “terrazzani” guidati dall’ing. Paolo Moretti, parente dei Chinelli e già attivo protagonista del Risorgimento bresciano.
La sconfitta degli insorti porterà inasprimenti e multe da parte del governo austriaco. La presenza di famiglie nobili o benestanti – Averoldi, Richiedei, Chinelli solo per citarne alcuni- e la vicinanza con la città attirano nei salotti gussaghesi nomi illustri di artisti e uomini di cultura, che contribuiscono ad abbellire dimore, piazze e chiese.
Dopo l’Unità d’Italia viene avviata una nuova amministrazione su modello piemontese, con tutti i suoi lati positivi e negativi. Il comune di Gussago sarà amministrato dagli esponenti della classe liberal-borghese e della nobiltà rurale; la maggior parte della popolazione, non avendo censo e quindi voce in capitolo, rimane estranea alle nuove istituzioni, arrabattandosi tra pellagra e analfabetismo, epidemie di colera e di vaiolo, alluvioni devastanti, crisi agricole per malattie della vite, alti e bassi anche in altre attività produttive e commerciali.
Fonte: www.comune.gussago.bs.it