Chiusure e riduzione di orario: le Poste Italiane fanno un passo indietro

Poste Italiane

Dimezzati gli uffici postali in città, cancellate le aperture pomeridiane di una decina di succursali tra capoluogo e provincia, sbarrati una cinquantina di sportelli in provincia mentre per tanti altri ancora l’apertura sarà a giorni alterni. È la decisione adottata dalle Poste per fronteggiare l’emergenza coronavirus, una riduzione dell’attività immediatamente operativa, e che interesserà a breve anche i portalettere: l’azienda sta infatti valutando i criteri da adottare per ridurre la corrispondenza e di conseguenza limitare l’impiego di personale esterno. In città chiuderanno da oggi le succursali di via Scuole, via Grandi, via Bologna, Villaggio Sereno, via Baracca, via Canipari, Fiumicello, Villaggio Ferrari, via Caduti del Lavoro, viale Piave e non aprirà nel pomeriggio l’ufficio di via Cipro. Sospeso il servizio pomeridiano anche a Chiari, Desenzano, Ghedi, Montichiari, Palazzolo, Rezzato, Rovato, Breno, Darfo, Gardone Val Trompia, Gussago, Lumezzane, Pisogne. E poi un lungo elenco di sportelli in provincia che sospenderanno l’attività.

Il provvedimento adottato non ha una durata precisa, certo si fa carico delle preoccupazioni di quanti nelle ultime ore hanno chiesto ulteriori misure per contrastare il contagio. Al riguardo Celso Marsili, segretario generale dei dipendenti postali iscritti alla Slp-Cisl da un lato esprime condivisione sulle scelte effettuate da Poste, ma dall’altro rilancia: «L’azienda si sta muovendo nei limiti di quanto può fare un servizio pubblico, ma noi riteniamo che si debba passare al blocco totale dell’attività per la durata di almeno due settimane. Nelle ultime ore dai sindaci alla Regione è stata avanzata la richiesta di misure più drastiche, di interruzione di ogni attività. La chiusura presa va in questa direzione, ma non è abbastanza. È anche vero – ammette Marsili – che Poste da sola non può prendere una decisione del genere, tocca al ministero del Tesoro esprimersi in tal senso e anche all’autorità garante della comunicazione visto il servizio pubblico svolto». Marsili non nasconde però qualche perplessità sui criteri di scelta degli sportelli da chiudere: «Hanno preso quasi tutti uffici blindati, quelli dove gli impiegati protetti dal vetro antirapina non sono a contatto con i clienti e lasciati aperti gli altri, i cosidetti lay out, con il personale a contatto ravvicinato con le persone. E va a rilento, anche se è in distribuzione, la fornitura di presidi come le mascherine per proteggere i dipendenti».
W.G.

Fonte: Bresciaoggi

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