Ne sono passati di grappoli, di danze, di amori, di vini e di schemi organizzativi, in questi cinquant’anni di Festa dell’uva. Nacque come appendice delle piccole gioie della vendemmia che si tenevano, senza organizzazione, tra amici, al termine del raccolto. Cinquant’anni fa, si pensò di dare una cornice organizzativa agli eventi e di portare la gente in piazza. Fu, all’avvio, come una fiera. Gli sforzi organizzativi venivano parzialmente compensati dal pagamento di un biglietto e, negli spazi della piazza, trovavano collocazione le bancarelle, non quelle ordinarie del mercato, ma quelle tipiche, dei giorni particolari con i prodotti più originali e i colorati banchetti straripanti leccornie dolci e salate.
Fu la Pro Loco a cambiare registro. Si decise che, nell’Italia che giocava sulle tradizioni campanilistiche, il Palio potesse funzionare anche qui. Furono eliminati i biglietti a pagamento e la connotazione della fiera per giungere all’organizzazione di una festa popolare aperta a tutti. Il meccanismo competitivo fece balzare la creatività d’ogni contrada al primo posto. E finché la sana concorrenza resse, la festa stessa crebbe senza problemi.
«Ma dopo una decina d’anni – racconta Valerio Cirelli, presidente della Pro Loco – la competizione sembrava aver preso la strada dell’aspra contesa tra contrade». Gli organizzatori si misero allora a ridisegnare i confini delle contrade e, al tempo stesso, a dare una valenza simbolica alle diversità tra i diversi territori comunali. La spoletta della divisione fu finalmente disattivata, dopo turbolente riunioni. «Ora il confine è solo sentimentale e non prettamente geografico – dice Cirelli -. La fine dei giochi è dettata poi dalla mancanza di persone che scendano in campo. Quindi il Palio, oggi, si gioca sulla sfilata dei carri, un evento molto sentito che attira sempre tantissime persone».
Il programma
La Festa dell’Uva in programma domenica 24 settembre 2017 inizia alle 11 con un cerimoniale che ormai è nel solco della tradizione. «Sono orgoglioso del fatto che la Festa dell’Uva inizi con la benedizione delle uve e dei vini delle nostre colline, impartita dal parroco (sul sagrato della prepositurale, ndr) – afferma Valerio Cirelli, presidente e anima della Pro Loco -. Questo momento, per noi gussaghesi, ha sempre avuto un significato spirituale e concreto».
Nel pomeriggio alle 14:30 inizia la sfilata dei carri delle contrade, con la partecipazione delle bande musicali di Gussago e di Gardone Valtrompia e quindi di Casazza, che giungerà con le majorette; spazio anche al Gruppo Sbandieratori e Musici dell’Urna. In serata la sagra dello spiedo, il ballo sulle note dell’orchestra Marco e Alice. I fuochi d’artificio chiuderanno in luce la festa.
Le feste d’«Autunno» fanno il pieno di consensi
Affluenza record all’Autunno gussaghese, una manifestazione ormai classica che richiama pubblico anche dalle province vicine. Il segreto del successo sta in un mix di spettacoli, manifestazioni, cibi, vini e iniziative particolari. «Siamo molto soddisfatti – dice Valerio Cirelli della Pro Loco – Un vero boom, nonostante la pioggia che ha limitato alcune iniziative giornaliere. Due commedie sono state annullate per il maltempo. E ora si prosegue, fino all’apoteosi dell’uva. In queste ore apriamo la mostra fotografica dedicata a Gussago com’era, nella sala civica. La rassegna, anch’essa fotografica, allestita e già inaugurata all’Italmark, va molto bene». Particolare successo hanno riscosso le gare del Palo della cuccagna e i giochi in piazza.
Fonte: Giornale di Brescia