Sono cinque. Tre a Gussago, una a Rezzato e una pure a Carpenedolo. Tutte in discount di questi tre comuni della nostra provincia. Tutte commesse in meno di un mese e per le quali Loredano Busatta ha ammesso la sua responsabilità. Il 52enne è stato individuato nella Bergamasca dai carabinieri di Verolanuova che stavano indagando ed è stato poi sottoposto a fermo da parte del sostituto procuratore Ambrogio Cassiani che ha raccolto la sua confessione. Al fianco di Busatta c’era il suo legale di fiducia, l’avvocato Massimiliano Battagliola.
Busatta è uscito dal carcere lo scorso 7 luglio. Il 29 era già in azione, con parrucca in testa e pistola in pugno, per mettere a segno la prima delle cinque rapine. Ha agito al DiPiù di Gussago, supermercato che ha «visitato» altre due volte, successivamente. Al Lidl di Rezzato il 52enne aveva chiuso due addetti nella cella frigo del supermercato per riuscire a sorprendere da sola la cassiera e farsi consegnare da lei l’incasso della giornata. Il suo volto è stato però immortalato nelle immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza del discount, non lasciando adito a dubbi sulla sua identità. Del resto quel volto era noto agli investigatori dell’Arma che con Busatta avevano già avuto a che fare nel corso degli anni. Il suo nome infatti compare nelle pagine di cronaca nera già dal 2001, quando a Desenzano aveva cercato di investire un carabiniere.
Il quinto ed ultimo colpo è quello di qualche giorno fa al Lidl di Carpenedolo. Qui l’uomo ha atteso che nel supermercato vi fosse una sola addetta, la sera tardi, dopo la chiusura. Sempre con una parrucca in testa e con la pistola in pugno si è diretto verso la donna e si è fatto consegnare gli euro della giornata. Bottini che messi assieme avevano dato vita ad un bel gruzzolo.
Busatta era già finito in cella nell’ottobre del 2014 perché ritenuto responsabile – insieme ad una banda – di una trentina di rapine. Per quei reati era stato condannato a 9 anni e mezzo in primo grado, in attesa del giudizio d’appello. A ottobre 2015 però sono scaduti i termini della custodia cautelare e il 52enne è quindi uscito dal carcere. Subito dopo però ha commesso un’altra rapina e per lui le porte del carcere si sono riaperte. Fino allo scorso 7 luglio, quando, scaduti ancora i termini della custodia cautelare in carcere, è uscito. Per lui cinquanta giorni di libertà e poi di nuovo il ritorno negli spazi angusti di una cella a Cremona. L’udienza di convalida del fermo è in programma per stamattina davanti al giudice Bianchetti. Ma, vista la confessione, la decisione pare essere già scritta.
Daniela Zorat
L’accusatore di Massimo Bossetti. Non accertati i fatti da lui descritti
Loredano Busatta era stato compagno di sezione di Massimo Bossetti (il muratore di Mapello condannato all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio) nel carcere di Bergamo. Forte di questa «compresenza» aveva riferito al procuratore bergamasco di aver colto alcune confidenze di Bossetti, proprio sulle responsabilità del muratore nell’omicidio della ragazzina. Affermazioni che alla lunga però non hanno trovato alcun riscontro da parte degli investigatori. E messe in dubbio, poco dopo, dalla stessa condotta del cinquantenne che è evaso dalla comunità in cui era detenuto vicino a Crema. Aveva infatti rubato il furgone del panettiere che portava il pane all’interno della struttura, per poi essere riacciuffato. Accuse, le sue, cadute nel vuoto.
Fonte: Giornale di Brescia