
Particolarmente sensibile ai temi che riguardano la Shoah e i genocidi di tutte le latitudini, Sergio Mascherpa non ha mancato di inserire nella sua rassegna «Pressione Bassa» le repliche di uno spettacolo di lungo corso come «Rapporto su La banalità del male». Sul palco Sandra Cavallini, coautrice, con Paola Bigatto, della riduzione scenica del testo di Hannah Arendt.
Nella calda cornice di Palazzo Nava, a Gussago (poi all’Auditorium Gaber di Castel Mella) è andato in scena, spoglio com’è, il racconto di una donna alle prese con il processo al nazista Eichmann, nel 1961 a Gerusalemme. Nel faticoso tentativo di ripercorrere le tappe che man mano esclusero gli ebrei dal vivere comune, l’inviata di un giornale americano cammina sul filo sottile che separa la razionalità (fatti, numeri) dall’incomprensibile. Come poté l’imputato dire al processo «personalmente non ho nulla contro gli ebrei»? Con quale animo andò incontro alla morte? Ebbe mai una crisi di coscienza? «La sua coscienza – spiega inquieta la cronista – gli parlava con la voce rispettabile della società che lo circondava».
Sandra Cavallini dona al personaggio la quotidianità di una donna vera e il suo turbamento, che trasmette a chi la ascolta. Applausi da un pubblico troppo esiguo per l’occasione.
Paola Carmignani
Fonte: Giornale di Brescia