Comune di Gussago: mani tese ai nuovi poveri

Municipio di Gussago

Nel 2013 il Comune di Gussago ha assegnato contributi una tantum a 128 persone (29mila euro). Aiuti anche per affitto (12.600 euro), spese di riscaldamento (36mila euro) e sanitarie (2.600).

Attendono a chiedere ufficialmente aiuto all’ultimo istante, non prima d’essersi dibattuti tra mille difficoltà, non prima di aver avuto sostegno dalla famiglia d’origine e di aver cercato disperatamente un nuovo lavoro che non si trova. Si vergognano ad ammettere che gli ostacoli a volte sono insormontabili, nel brevissimo periodo. Sono disperati, atterriti da una situazione che mai avrebbero potuto prefigurare. Sono i nuovi poveri, persone che precipitano in una condizione di emarginazione sconosciuta, a causa di una congiuntura pesantissima. Così cambia il volto dei servizi sociali, anche in una cittadina ricca come Gussago. «Nel corso del 2013 la crisi economica ha fatto aumentare le richieste d’aiuto da parte delle famiglie che si rivolgono ai servizi sociali del nostro Ente – spiegano in Comune -. Un problema che preoccupa per la sua portata sempre più crescente e che nasconde, dietro le sue pieghe, storie disperate.

Come quelle dei nuovi poveri, coloro cioè che hanno potuto vivere tranquillamente fino a poco tempo fa e che adesso, a causa della perdita del lavoro, si ritrovano a dover affrontare una situazione del tutto nuova. Sono i casi più difficili, quelli che richiedono maggiori attenzioni, maggiori sensibilità e maggiore discrezione». Le difficoltà stanno in una somma di orgoglio, pudore, delusione, rabbia, perdita della fiducia in sé. L’aspetto psicologico legato a una percezione di disfatta e di incapacità, complica il quadro. «Ci sono numerosi casi, infatti, di nuclei familiari che per pudore non denunciano la loro nuova situazione. Mai trovatisi in certe condizioni, fanno fatica ad ammettere di essere in difficoltà ed è questo il fattore che peggiora le cose – proseguono in Comune -.

L’Ente locale e la Caritas zonale sono in prima fila per cercare di aiutare il più possibile le famiglie in difficoltà. I casi aumentano, ma non ci si scoraggia e si cerca di fare il possibile e l’impossibile per aiutare tutti. La perdita del lavoro ha causato, per alcune famiglie, l’immediata impossibilità a far fronte alle spese di affitto e il conseguente avvio delle relative procedure di sfratto. Nel corso del 2013 questa problematica ha cominciato ad interessare, in numero crescente, anche i nuclei familiari italiani». «Il loro ricorso ai servizi – continuano – è generalmente ritardato rispetto al periodo in cui nasce il problema in quanto, almeno in una prima fase (fatta eccezione per le famiglie che si possono definire “multiproblematiche” e quindi già conosciute dai servizi), subentra la famiglia d’origine. L’altro dato importante è che spesso per le famiglie italiane il problema della casa in quanto tale non si presenta perché già di proprietà o, non di rado, in uso gratuito dai genitori». Il Comune è intervenuto per il rinvio o la sospensione degli sfratti, ha sottoscritto un patto d’intervento con la Parrocchia di Santa Maria Assunta. D’intesa con la Caritas ha consegnato pacchi di alimenti alle famiglie con bambini, in difficoltà. E, accanto all’adesione a progetti di inserimento lavorativo, ha erogato aiuti economici, come il contributo assegnato, una tantum, a 128 persone, per un totale di 29mila euro. Altri interventi hanno riguardato il contributo per gli affitti (19 persone per un totale di 12.600 euro), l’integrazione del reddito (8 persone per un totale di 7.560 euro ), il contributo periodico d’assistenza (21 persone per un totale di 44.680 euro). Per le spese di riscaldamento il Comune ha assegnato complessivamente circa 36mila euro, divisi tra 38 famiglie, 52 anziani, 35 stranieri. Altri interventi, economicamente meno consistenti, hanno riguardato il contributo per spese sanitarie (23 persone per un totale di 2.600 euro) e farmaceutiche (14 persone, 4.030 euro). Per la «spesa Tares» hanno fatto richiesta 125 persone che hanno ottenuto un aiuto complessivo di 10mila euro.
Federico Bernardelli Curuz

Fonte: Giornale di Brescia

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