Nove milioni di euro in consulenze. È la cifra pagata nel 2011 da un centinaio di Comuni bresciani (quelli che al febbraio scorso avevano già inviato la propria documentazione al ministero della Funzione pubblica) e dall’Amministrazione provinciale.
Una somma che fotografa solo una parte di quanto speso in collaborazioni esterne dalla pubblica amministrazione dal momento che dal conto mancano ancora ospedali, aziende ospedaliere, Camera di commercio, Università, Ufficio scolastico, Istituto zooprofilattico. Oltre a quel centinaio di Comuni del nostro territorio che al 14 febbraio scorso (la data dell’ultimo aggiornamento del database ministeriale) non avevano ancora comunicato l’ammontare delle proprie spese per l’anno precedente: la scadenza era fissata al 30 giugno, e per gli enti che non l’hanno rispettata la sanzione consiste nel non poter più attivare consulenze per il 2012.
Nel panorama degli enti pubblici naturalmente la parte del leone la fanno il Comune cittadino e l’Amministrazione provinciale: nel 2011 la Loggia ha impegnato in consulenze e collaborazioni esterne poco meno di quattro milioni, il Broletto 741mila euro.
Le spese coprono impegni i più diversi tra di loro, dall’incarico in ambito sociale ed educativo alla comunicazione, dalla progettazione di opere pubbliche alla gestione di reti informatiche. Un peso di tutto rilievo hanno le voci relative agli incarichi legali (legati alla forte litigiosità giudiziaria nel quale i Comuni si trovano costantemente coinvolti) e alla elaborazione di strumenti urbanistici (le Amministrazioni pubbliche hanno attraversato una recente stagione di forte impegno per la definizione dei piani di governo del territorio).
A livello nazionale il ministero – pur ricordando che i dati disponibili al febbraio scorso non possono e non devono essere considerati come esaustivi – sottolinea che il 2011 sul2010 fa emergere una flessione tanto del numero degli incarichi (meno 8,5%) quanto del loro importo complessivo (meno 4,5%).
In particolare, nel2011 il sistema delle autonomie e degli enti locali fa registrare a livello nazionale una contrazione della spesa del 6 per cento sul 2010. Un andamento che però – se guardato più da vicino -mostra chiaramente come il risparmio sia da ascrivere esclusivamente al comportamento dei Comuni, che- perché virtuosi o perché costretti a fare i conti con bilanci sempre più difficili – spendono quasi il 20% di meno mentre dalla casse delle Amministrazioni proviniali è uscito il 24% in più e da quelle delle Regioni addirittura un robusto più 48%.
Sull’orizzonte bresciano -dato per assodato che capoluogo e Amministrazione provinciale fanno storia a sé – le voci di spesa più corpose si registrano a Montichiari (460mila euro), Chiari (339mila), Ghedi (273mila), Capriolo (227mila), Castelcovati (188mila), Coccaglio (179mila), Darfo BT (176mila), Pisogne(153mila), Lonato(122mila), RoèVolciano (108mila) e Cologne (104mila). Risparmiosi si presentano Desenzano (87mila), Lumezzane (28mila) e Gussago (21mila).
Sul sito del ministero le voci di spesa sono rintracciabili ente per ente, attraverso un data base che riporta il destinatario dell’incarico esterno, l’ambito della consulenza, la durata della collaborazione oltre al fatto se la cifra erogata nel 2011 sia o meno la parte di un impegno economico più ampio.
Massimo Lanzini
Fonte: Giornale di Brescia