La comunità piange don Giovanni Marchina, venerdì 27 settembre i funerali

Don Giovanni Marchina
Don Giovanni Marchina

La comunità piange don Giovanni Marchina. Nato a Gussago il 1^ agosto 1934 e ordinato a Gussago il 27 giugno 1959; vicario cooperatore a Buffalora (1959-1964); vicario cooperatore a S. Alessandro (1964-1966); delegato vescovile al Villaggio Sereno II (1966-1968); parroco al Villaggio Sereno II (1968-1980); parroco a Verziano (1984-1986); cappellano alle carceri di Verziano (1986-1989); parroco a Santo Spirito (1988-2001); parroco alla Noce (2001-2006). La camera ardente è stata allestita presso la Chiesa Parrocchiale di Gussago. La Veglia Funebre con la Santa Messa, presieduta da Mons. Gaetano Fontana Vicario Generale, avrà luogo giovedì 26 alle ore 18:00 presso la Chiesa Parrocchiale di Gussago. I Funerali, presieduti da Mons. Pierantonio Tremolada, Vescovo di Brescia, sono previsti per venerdì 27 alle ore 15:00 presso la Chiesa Parrocchiale di Gussago. Don Giovanni verrà sepolto presso il cimitero di Gussago.

Il ricordo di Achille Giovanni Piardi

Quel mattino del 27 giugno 1958 ero in chiesa di Santa Maria Assunta in Gussago, ragazzino, a seguire la tua Ordinazione sacerdotale: un grande avvenimento per me di soli 10 anni, per tutta la nostra Comunità parrocchiale e per il paese intero. Un avvenimento doppio perché il vescovo monsignor Giacinto Tredici ordinava presbitero con te anche don Renato Firmo (ora quale aiuto presbiterale a Cellatica). Ora, questa mattina di mercoledì 25 settembre, dopo un gran suono di campane prima a lutto e poi d’allegria, ed ancora a lutto durante il tuo giungere a Gussago, per un sacerdote che viene chiamato al Padre è così, sono qui innanzi a te ammirandoti nella tua più ampia serenità anche esteriore. Poco fa ho assistito anche alla cura del tuo corpo per la giusta e corretta presentazione alla popolazione. Ho visto anche parecchi tuoi parenti, ai quali ho anticipato parte di queste umili parole. Don Giovanni ti ho incontrato, alcune volte quando già stavi in casa di riposo, prima quale Domus Caritatis e poi nella analoga struttura di Mompiano (Brescia) intitolata a Monsignor Pinzoni.

Mi piace ricordare, invece, dei nostri incontri serali e notturni, certamente fugaci poiché tu eri impegnato alla stazione ferroviaria, presso la sala d’aspetto, a seguire gli emarginati, i trasandati, le anime che a te piacevano maggiormente. Dicevo fugaci e casuali poiché anch’io mi trovavo in quel luogo in attesa del convoglio ferroviario che portandomi a Verona mi dava la possibilità, cambiando, di prendere il treno che mi faceva giungere a Roma entro le sette mattutine. Arrivavi, almeno sino al 2001, da via Crotte, dalla tua Parrocchia di Santo Spirito a Ponte Crotte, appunto, inforcando la tua bicicletta da donna, con la tua talare svolazzante, sembravi proprio uno sparviere, di sera, come dicevo. Giungevi dalla zona di Brescia detta dell’Oltre Mella, dove eri “succeduto” al notissimo don Giacomo Vender, prete degli Sbandi o Sfrattati (in tal modo definiti dai bresciani cittadini), sfollati per obbligo e d’autorità, dagli anni ’20 del Novecento, dalla zona cittadina rasa al suolo e poi divenuta Piazza della Vittoria (inaugurata il 1° novembre 1932 dal Capo del Governo). Venivi, don Marchina, da S. Spirito, dalla riva nord ovest del fiume Mella, quella verso la Pendolina e Collebeato; non potevi che inalare l’animo ed il fervore di don Vender, anche a distanza di diversi anni dal decesso del tuo bergamasco antecessore. Avete avuto accanto ed attorno a voi, attigui alla vostra Cura d’anime, il deposito militare, le rive e gli argini del fiume cittadino, la caserma intitolata ad Achille Papa con tanti soldati ed a sud, sempre il Mella a far da argine, l’analoga Parrocchia S. Antonio (di via Chiusure) che fu, sino al maggio 1965, di padre Giulio il cardinal Bevilacqua – Esperto partecipante al Concilio Vaticano II. Quanti luminosi esempi caro don Giovanni! Quanti miei ricordi! Quanti ricordi in cui si possono immedesimare molti nostri gussaghesi. Sicuramente “emigrasti”, come tocca ad ogni sacerdote dopo quell’invito “Duc in altum” del vescovo il dì dell’ordinazione sacerdotale, cerimonia in lingua latina avvenuta in Santa Maria Assunta di Gussago con don Renato; quel mattino in cui anch’io assistetti: il ricordo è tuttora presente in me come in altri miei coetanei, oggi oramai almeno 71enni ed anche oltre, molto oltre.

In una di quelle lontane sere degli incontri alla stazione ferroviaria di Brescia, degli anni ’80-2000, credo la prima, al mio reverente saluto tu mi chiedesti: “Chè set po’ te?. Chè fet che a st’ura?”. Ti risposi col mio cognome: Piardi. La tua domanda fu nell’immediato una domanda ed una risposta: “niùt de la Marianna?!”. Sì, risposi e fu subito un tornare alla vita gussaghese alle famiglie che tu ricordavi, conoscevi, sin da prima di quel 27 giugno 1958. Mi chiedesti del mio frequente recarmi a Roma per lavoro e ci chiarimmo subito. Il tuo carattere pronto, schietto era inconfondibile; carattere che ritrovai, ancora e sebbene a distanza, durante gli anni del tuo lungo “soggiorno” nella casa di Mompiano. Perdonami se ti ho ricordato tutto ciò e con questo tono; è anche la prima volta che mi rivolgo a te col confidenziale “Tu”, del resto ricordi, certamente, il detto gussaghese dei nostri tempi giovanili: “Ga do dèl te a töcc, föra chè a te Pret”. Ciao don Giovanni, arrivederci.

A cura di Achille Giovanni Piardi.

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