C’è «Il grande mare che avremmo attraversato» (Fossati), ci siamo «Noi come fiumi» (Branduardi) e ci sono le «Confluenze» di Elodea, all’anagrafe Elisabetta Coiro, 32 anni dei quali circa la metà spesi per coltivare la passione della vita: cantare. Uscito la scorsa settimana per Cromo Music negli store digitali e nelle piattaforme streaming (ma è in arrivo il cd, con artwork ideato e disegnato dalla stessa Elodea), «Confluenze» è il quarto album della cantautrice bresciana, e vi sono confluite «energie diverse sfociate in nove duetti», spiega Elisabetta, che ieri ha presentato il suo ultimo lavoro nel Magazine condotto da Maddalena Damini su Radio Bresciasette (contemporaneamente in diretta su Teletutto). Insieme a Elodea, a raccontare l’iter del progetto e ad accompagnarla al piano, c’era il produttore Valerio Gaffurini: sua la scintilla da cui sono scaturite le nove confluenze. «Un anno fa ero a Los Angeles – ricorda lei -, quando Valerio mi ha telefonato per dirmi che aveva composto una canzone con Alessandro Ducoli. Quel brano, “L’affascinazione”, ha dato il la a un’idea che ho smontato e rimontato fino a darle forma definitiva: un disco di duetti, dove il duetto non doveva essere soltanto vocale, ma anche compositivo».
Da Gabry Vox (vocalist di una cover band degli U2 e compagno non solo di microfono in «Give Me a Moment», ma pure di vita della cantante) a Charlie Cinelli, che – udite udite – ha scritto una canzone in italiano e in italiano l’ha cantata; dal già citato Ducoli al fisarmonicista Titti Castrini; dall’insegnante di canto Stefania Martin («è la mia maestra dal 2002, mi ha dato una forza incredibile», ha riconosciuto Elodea) al quartetto strumentale al femminile Les Déjàvu, a Pierangelo Manenti in arte Mané, i colleghi cooptati da Elisabetta e Valerio hanno tutti detto, composto, cantato e/o suonato la loro, rendendo vivo e palpitante un disco che non doveva essere solamente un’addizione di artisti.
Le canzoni sono nove, ma i duettanti citati sette. Vero, ma è soltanto una trovata per focalizzare l’attenzione sui due rimasti. In «Nina», Elodea ha cantato insieme all’autore, Omar Pedrini: «Mi ha detto che era molto preso e non sarebbe riuscito a scrivere un pezzo – spiega -, però ha messo a disposizione alcuni brani. Alla fine la scelta è caduta sulla canzone contenuta in “Che ci vado a fare a Londra?”, riarrangiata in chiave acustica». Last but not least «Quanto tempo è», scritta a sei mani con Gaffurini e Riccardo Maffoni, che non l’ha solo cantata, ma ci ha messo pure la faccia in un video diretto dal giovane videomaker bresciano Luca Rapuzzi.
Ivano Rebustini
Fonte: Bresciaoggi
Per approfondire:
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