Non c’è quasi più soddisfazione a fare previsioni, tanto è scontato, previsto, atteso da diversi anni ormai il risultato. L’Istat ha appena diffuso i numeri definitivi del censimento permanente 2021 che ribadisce per l’ennesimo anno il calo delle nascite, ma già annuncia all’orizzonte una ulteriore flessione nell’anno che sta per concludersi, sulla base dei dati parziali delle nascite disponibili al settembre 2022.
La provincia di Brescia ancora una volta si vede in sofferenza: il trend è conclamato da anni, e anche questi ultimi mesi non faranno differenza. Il raffronto tra i nove mesi del 2022 e lo stesso periodo dell’anno esclude infatti una inversione di tendenza. L’anno scorso nel Bresciano nel settembre erano venuti al mondo 6.590 bambini, al settembre scorso la somma era scesa a 6.437, un saldo negativo non impossibile da colmare, forse anche meno di quanto si poteva prevedere, ma il panorama resta sconsolante, e soprattutto senza che all’orizzonte si intravvedano ancora azioni capaci di innescare una ripresa nel medio periodo.
Questo il dato macro, a livello provinciale, ma la banca dati dell’Istat permette di scendere nel dettaglio comunale per leggere la situazione del territorio, se il saldo negativo è generalizzato o se vi sono «isole felici». Il segnale allora non è del tutto negativo, in alcuni casi anche incoraggiante se prendiamo in esame l’andamento delle nascite nelle piccole «capitali» della provincia, i Comuni con oltre 15mila abitanti nei quali il saldo seppur di poco è positivo rispetto al 2021, grazie alle buone perfomance di alcuni centri. Nel Bresciano sono una dozzina, dal più grande Desenzano, ad un breve passo dai 30mila abitanti, fino a Darfo, l’ultimo del «club» con 15.546 residenti all’inizio dell’anno.
Il numero che suscita maggiore curiosità riguarda Lumezzane dove le nascite rispetto all’anno scorso registrano un valore in crescita. Un andamento che mitiga in qualche modo l’amarezza della capitale della Valgobbia per una popolazione in calo da anni, un fenomeno che peraltro contrasta con le caratteristiche economiche di una cittadina tutta casa e officina e quindi attrattiva. O così forse lo era negli anni passati, adesso non più, anche perchè nel frattempo molte aziende si sono spostate nella vicina Valsabbia e in pianura per risolvere problemi di logistica e di spazi adeguato allo svolgimento delle attività produttive.
Per restare nei Paesi con il segno positivo, anche Rovato nei primi nove mesi dell’anno ha già superato la soglia del corrispondente periodo del 2021, così come Ghedi e Darfo, quest’ultimo in particolare segnala il miglior risultato in valori assoluti con 17 nati in più quest’anno fino a settembre rispetto a dodici mesi fa. Gli altri Comuni sopra i 15mila abitanti lamentano un saldo negativo, da Desenzano e Gussago, da Concesio a Montichiari. Dei due centri più grandi che in questi anni si sono spinti con decisione verso la soglia dei 30 abitanti, la capitale del lago più della cittadina della Bassa sembra soffrire di livelli di natalità bassi, i valori assoluti parlano chiaro in tal senso. Desenzano ben più grande di Montichiari si è assestata su 129 nascite al 30 settembre 2022 contro le 154 della «rivale». Numeri in altalena, numeri anche diversi da zona a zona, con però la conferma sullo sfondo di un trend di denatalità che non si ferma ma che vede qualche spiraglio di luce.
William Geroldi
Fonte: Bresciaoggi