Dengue, dopo il primo caso autoctono nel Bresciano è allerta in tre paesi

La diffusione della Dengue compie una svolta preoccupante che sarà oggetto di una ricerca dell’Istituto superiore della Sanità. Nel Bresciano è stato registrato il primo caso “autoctono” in Italia. Il contagio non è avvenuto in Paesi vulnerabili: il paziente non ha fatto viaggi all’estero, e dunque il virus è stato trasmesso da una zanzara già presente sul territorio. Non era mai successo prima. Tutti gli altri 324 casi segnalati nel bollettino dell’Istituto superiore di Sanità sono “importati”, ovvero persone che sono state infettate fuori dal territorio nazionale.

La segnalazione di Ats ha messo in allarme tre Comuni della nostra provincia: Ospitaletto, paese di residenza del paziente, Monticelli e Gussago, dove la persona contagiata lavora in via Benedetto Castelli. Le tre Amministrazioni comunali hanno già attuato il protocollo di profilassi dettato dalle autorità sanitarie regionali e nazionali attraverso gli interventi di disinfestazione per sterminare le zanzare con larvicidi nel raggio di 200 metri dall’immobile frequentato, per ridurre drasticamente e rapidamente la densità dell’insetto vettore. Il Dipartimento Veterinario di Ats, in collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico, ha gestito l’allestimento delle trappole di cattura delle zanzare per verificare l’efficacia della disinfestazione e per il monitoraggio entomologico.

La persona risultata positiva alla Dengue – comunica Ats – è in buone condizioni cliniche. Ma non bisogna abbassare la guardia. La Dengue non si trasmette da persona a persona, ma attraverso le zanzare che hanno punto una persona infetta, anche asintomatica. Non specie qualsiasi, ma le Aedes aegypti, che sembravano non aver colonizzato l’Italia. Un altro veicolo meno incisivo è la puntura delle Aedes albopictus, conosciute come «zanzare tigre». La malattia si manifesta con sintomi simili a quelli dell’influenza nell’arco di 5-6 giorni dalla puntura di zanzara, con temperature anche molto elevate. La febbre è accompagnata da mal di testa acuti, dolori attorno e dietro agli occhi, forti dolori muscolari e alle articolazioni, nausea e vomito, rash cutaneo.

Fino ad oggi i casi di Dengue confermati dall’Ats di Brescia sono stati undici. Gli ultimi in agosto, a Capriolo e in città in via Parenzo. Nel mese di luglio a Bornato e, in città, in via Bagni e al quartiere Primo maggio. Prima ancora, il 30 marzo, in via Tofane. Lo scorso anno ne erano stati registrati 13 – oltre alla città, anche a Bovezzo, Bagnolo, Manerba, Nave, Mairano e Padenghe -, mentre erano stati 9 nel 2022. Benché di origine tropicale e subtropicale, la malattia è sempre più presente ad altre latitudini, complice il cambiamento climatico. Secondo l’Oms, dal 2000 la diffusione è ottuplicata. Quanto all’Europa, nel 2022 i casi furono 71, quasi quanto i 74 del periodo 2010-2021. Il fatto che si tratti di malattie di origine virale e si diffondano con le punture delle zanzare – insetti il cui numero è in aumento anche grazie agli inverni poco freddi – comporta il rischio di epidemie fuori controllo.

Le azioni preventive che si possono mettere in atto riguardano la proliferazione delle zanzare. Bastano alcuni semplici accorgimenti: non abbandonare contenitori nei quali possa raccogliersi acqua piovana ed evitare qualsiasi raccolta d’acqua stagnante anche temporanea, non versare acqua nei tombini, tenere sgombri i cortili e le aree aperte da erbacce, sterpi e rifiuti di ogni genere in modo da impedire il ristagno delle acque meteoriche o di qualsiasi altra provenienza, e infine provvedere al taglio periodico dell’erba nelle aree private. La disinfestazione – già iniziata a Ospitaletto, Monticelli e Gussago – continuerà ancora fino a domani.
Cinzia Reboni

Fonte: Bresciaoggi

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