In una recente produzione discografica duettano avvinti da amorosi incanti; il loro ardente addio, nel IV atto della pucciniana «Manon Lescaut»,trasforma il deserto in un giardino ameno; nella «Traviata » fanno esplodere commozione, lacrime, esaltazione. Uniti sul palcoscenico e nella vita, Daniela Dessì e Fabio Armiliato sono protagonisti stasera alle 20.45 nella chiesa di Santa Maria Assunta di Gussago, insieme con l’Orchestra Brixia Musicalis formata da Glauco Bertagnin e Antonio De Lorenzi (violini), Emanuele Beschi (viola), Marco Perini (violoncello), Leonardo Colonna (contrabbasso) e MarcoFracassi(organo), di un concerto straordinario che festeggia il successo delle «Settimane Barocche» di Brescia, a conclusione della decima edizione.
L’ingresso al concerto è libero fino ad esaurimento dei posti. In programma brani sacri di Stradella, Vivaldi, Bizet, Pergolesi, Caccini, Franck, inframmezzati da alcune Sonate da chiesa per archi e organo di Mozart. Daniela Dessì, un repertorio operistico che supera i settanta titoli, è oggi uno dei soprani più importanti al mondo. Fabio Armiliato, personalità e fasti canori d’altri tempi, è tra i tenori più amati della scena lirica internazionale. Quale legame vi stringe a Brescia? Vi abito da quando ero bambina- risponde Daniela- mi ritengo una bresciana d’adozione. Frequentando il Conservatorio ho conosciuto la famiglia Beschi e con Emanuele il rapporto è antico.
Daniela e Fabio: un sodalizio artistico e affettivo che aiuta anche a cantare meglio?
Sì, introduce un fattore supplementare e singolare -spiega Fabio- il feeling è particolare e il pubblico riceve sensazioni più dirette, emozioni vere, non filtrate, passioni reali. Nella «Francesca da Rimini», per esempio, serve un’intesa assoluta, totale e speciale, vi aleggia una sensualità palpabile: questo noi sappiamo comunicarlo, con il canto, con il movimento, con lo sguardo, la mente e il cuore, con tutta la nostra persona. In teatro si rinnova quella magia e quell’entusiasmo che già sperimentiamo nella vita.
Che dire del valore educativo del canto, al quale tenete particolarmente?
La musica e il canto possiedono potenzialità immense, da scoprire poco alla volta, attraverso studio, immedesimazione, ragione e sentimento. La musica lega i popoli, è una lingua universale, aiuta a conoscersi e a entrare in rapporto con l’altro, è fattore essenziale di formazione. Davvero senza musica non si può vivere. Bisognerebbe iniziare fin dalla più tenera età: è lì che il “virus” artistico può meglio penetrare.
Enrico Raggi
Fonte: Giornale di Brescia
Per approfondire:
– consulta il programma del “Concerto d’Inverno”