Al rogo non “a Vecchia”, ma la violenza sulle donne. L’associazione culturale “Gussago Insieme” organizza domani – in occasione della Festa della donna e del giovedì grasso – l’appuntamento “Bruciamo le parole sbagliate” alle 20 al Palazzetto polivalente. «Convinti che la rivoluzione culturale parta proprio dal linguaggio – spiegano gli organizzatori -, pensiamo che bruciare metaforicamente le “parole sbagliate” significhi educare ad una maniera nuova di rapportarsi con le donne, così da prestare attenzione e riconoscere quegli stereotipi comunicativi, così radicati nella nostra società, tanto da diventare invisibili». L’iniziativa intende così rendere omaggio a quelle donne vittime di discriminazioni, molestie e violenza, verbale e non. Verranno bruciati tutti gli stereotipi, le parole che discriminano, le imposizioni culturali e religiose che non permettono la parità di genere e non educano alla parità. Al rogo anche le «scarpe rosse»; in una sorta di rito di purificazione, attraverso il potere primordiale della fiamma, e di rinascita ad un nuovo modo di concepire e di vivere il ruolo della donna.
«Abbiamo preso spunto dal “Manifesto di Venezia”- proseguono i rappresentanti dell’associazione – un documento che prevede che si lavori per una corretta informazione per contrastare la violenza sulle donne, come chiede la Convenzione di Instabul. Quest’anno, il giovedì grasso ricorre esattamente l’8 marzo e ci sembrava corretto trovare un tema che celebrasse questa giornata, mantenendo intatta la nostra tradizione di “bruciare la vecchia” che, per rimanere in tema abbiamo evitato di bruciare». Tra le espressioni al rogo: «è stato un raptus», «sì, ma è amore», «è colpa della gelosia»; «era una poco di buono» e «se l’è voluta».
Federico Bernardelli Curuz
Fonte: Giornale di Brescia