Elisoccorso, la base forse a Gussago

Eliambulanza

Si chiuderà entro fine anno il bando di gara di Areu Lombardia (Azienda regionale emergenza urgenza) per assegnare la gestione delle cinque eliambulanze lombarde e delle relative sedi operative (Brescia, Bergamo, Como, Milano e Sondrio). Poiché il sito interno agli Spedali Civili non è più omologabile dall’Ente nazionale per l’aviazione civile perché non risponde agli attuali parametri di sicurezza dell’Enac, l’arrivo di un nuovo elicottero (verosimilmente più grande e più potente di quello attualmente in uso nei cieli bresciani che continua ad atterrare dentro l’ospedale) coinciderà con il trasloco della base di decollo e di atterraggio. Ma dove? Alle due ipotesi su cui il sistema del pronto intervento sanitario bresciano ragiona da tempo (Montichiari oppure Brescia Due) se ne è aggiunta una terza: Gussago.

La conferma arriva direttamente dal sindaco del paese franciacortino, Giovanni Coccoli: «Sì, è vero: l’area sarebbe quella dell’ex campo sportivo della località Stacca, una proprietà che fa capo a un privato con il quale ci stiamo incontrando, insieme ad Areu, per valutare la fattibilità di tale soluzione». Se l’eliambulanza bresciana troverà casa a Gussago sarà però soltanto per un paio d’anni, il tempo necessario affinché Areu trovi una base definitiva: «So che l’Azienda regionale emergenza urgenza – conclude il sindaco – sta valutando diverse alternative, ma nel frattempo il campo di Gussago è visto con favore come soluzione ponte perché mette già a disposizione, dei piloti e del personale medico e infermieristico, una palazzina degli spogliatoi pronta e funzionale».

Che l’eliambulanza sia ormai considerata strategica ai fini di un efficace pronto intervento sanitario lo ha ribadito Alberto Zoli, direttore generale di Areu Lombardia, ospite ieri dell’Asst Valcamonica Sebino dove, nei 41 comuni da Pisogne a Ponte di Legno, lo scorso anno gli interventi di soccorso sono stati 4.768 (erano stati 4.552 l’anno precedente) di cui gravi (codice rosso o giallo) 3.194. «Il tempo di arrivo del primo mezzo di intervento sul luogo dell’evento dalla chiamata di soccorso è inferiore ai venti minuti – ha sottolineato Zoli – e per le autoambulanze che si muovono su gomma in un contesto extraurbano come quello della valle Camonica è un tempo di tutto rispetto». Ma si può fare meglio puntando proprio sull’utilizzo dell’eliambulanza: quella di Brescia lo scorso anno ha effettuato complessivamente 1.217 interventi di cui 211 in orario notturno; è rimasta a terra solo sette giorni ed è arrivata, in estate, a svolgere nove interventi al giorno (sei diurni e tre notturni).

Per consentire all’eliambulanza di incontrare il più velocemente possibile, anche di notte, le autoambulanze delle associazioni di volontariato che meglio di chiunque altro conoscono il territorio («le persone che si dedicano a questa attività hanno un valore sociale inestimabile» ha evidenziato Corrado Scolari, direttore amministrativo dell’Ats della Montagna) è necessario però che tutti i comuni della valle Camonica individuino un’area idonea: la richiesta dell’Areu è che sia grande almeno 30 per 60 metri per consentire atterraggio e decollo in totale sicurezza. «Attualmente ne abbiamo censite una quindicina – conclude Maurizio Galavotti, direttore generale dell’Asst Valcamonica Sebino – spero che l’appello lanciato da Areu venga raccolto presto dai sindaci del territorio».

Fonte: brescia.corriere.it

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