Musica buona e suoni sani, che servono a guarire. Scelta del titolo che non avrebbe potuto essere più azzeccata: “Euphonia Suite” di Eugenio Finardi ha inaugurato nel migliore dei modi la 21esima edizione del festival Jazz on the Road, nello scenario altrettanto meraviglioso del parco di palazzo Caprioli a Gussago. L’immersione nel bucolico giardino della residenza franciacortina, il cielo trapuntato di stelle e l’inconfondibile timbro di Finardi, affiancato dalle memorabili performance di Mirko Signorile al pianoforte e Raffaele Casarano al sax hanno regalato ai tantissimi appassionati accorsi un’esperienza indimenticabile:
«Come per tutti, il biennio del Covid ha rappresentato un momento molto difficile – spiega così la genesi di “Euphonia Suite” Finardi in apertura del concerto -: allo stesso tempo però si è trattato di un passaggio ricostitutivo, perché mi ha convinto della necessità di proseguire verso la ricerca di una musica più vera e significativa, realizzata affiancandomi a professionisti talentuosi. È nata questa suite, un unico flusso ininterrotto verso un abbandono di trascendenza».
Finardi aveva pregato il pubblico affinché gli applausi venissero trattenuti fino a quando l’intera suite non fosse stata conclusa: impossibile resistere però, soprattutto dopo un’esecuzione di «Katia» semplicemente magistrale. Signorile e Casarano, alternando suoni freschissimi e vivaci a momenti più cupi e profondi, sono stati un tutt’uno con il cantautore milanese, capace di costruire effettivamente un castello di musica in cui, tassello dopo tassello, i pezzi pregiati del suo repertorio andavano inserendosi alla perfezione: la chiusa con «Extraterrestre», simbolo della ricerca musicale di Finardi. L’alieno, nel giardino franciacortino, è sembrato lui, venuto a prendere i fan bresciani per accompagnarli in un altrove di musiche palliative e salvifiche.
Mi.La.
Fonte: Bresciaoggi