Un Fiat Doblò per la Comunità Socio Sanitaria di Fobap a marchio Anffas di Gussago. Il mezzo è frutto del rinnovo della convenzione «Progetto Mobilità Gratuita», promossa dalla società «Progetto Utilità Sociale» a cui hanno aderito il comune di Gussago e la Fobap. L’accordo prevede in dotazione, con la formula del comodato d’uso gratuito, un Fiat Doblò per il trasporto di cinque passeggeri, dotato di elevatore per sedie a rotelle. Gussago avrà così a disposizione, per altri due anni, un veicolo di recente fabbricazione che affiancherà due autovetture datate e sprovviste di elevatore. Tale progetto si concretizzerà grazie alla collaborazione degli imprenditori del territorio, che avranno la possibilità di affittare superfici della carrozzeria del veicolo su cui inserire il proprio marchio.
Le Css Marco e Paolo Dioni e Michele Salerno di via Sale 4 sono sorte – grazie a donazioni, all’impegno del Comune e a erogazioni regionali – nel 2001 e accolgono 20 persone con disabilità intellettiva e relazionale. Nel 2017 sono state registrate 850 presenze al Sat (Servizio di assistenza Temporanea). All’interno lavorano 25 persone. Gli ospiti svolgono anche attività esterne per le quali diviene fondamentale un mezzo, come il Fiat Doblò, presentato durante la conferenza stampa. «Si tratta di un importante rinnovo dell’iniziativa, sviluppata quattro anni fa – hanno spiegato Luigi Dassi e Claudia Belussi del Progetto utilità sociale -. Un “progetto del cuore” perché l’imprenditore, investendo in questa iniziativa, ha facoltà di fare qualcosa di utile per la collettività». «Questo Doblò andrà ad integrare altri due mezzi datati – hanno dichiarato il presidente Giovanni Farinacci, Roberto Baronio responsabile amministrativo e Alessandra Tedoldi, Coordinatore Fobap – permettendoci di svolgere numerose attività per i nostri ospiti. Di questo ringraziamo il Comune». «Siamo molto contenti – ha dichiarato il sindaco Coccoli – . Le aziende sono invitate a partecipare e ad aprire il cuore». Per info: 800 236482.
Federico Bernardelli Curuz
Fonte: Giornale di Brescia