La «Richiedei» taglia i salari. Scatta l’offensiva sindacale

La fondazione recede dal contratto integrativo: per i 350 dipendenti busta paga più leggera di 200 euro.
La preoccupazione dei sindaci: «Se il piano di risanamento deve passare dalla Regione Lombardia ci sono davvero poche speranze».

Dalla luce in fondo al tunnel all’orlo del precipizio, il passo è stato davvero breve per il Richiedei. A marzo, illustrando il bilancio 2011, il consiglio di amministrazione della fondazione aveva presentato con fiducia le linee guida per proseguire nel risanamento.
Ma nei giorni scorsi, il board che gestisce le strutture socio-sanitarie di Gussago e Palazzolo ha disdetto unilateralmente il contratto integrativo aziendale. Secondo i sindacati, la perdita salariale varia da 80 a 200 euro al mese per ognuno dei 350 dipendenti.

CGIL, CISL E UIL hanno fatto fronte comune annunciando una mobilitazione a tutto campo. Il primo passo formale è stata l’apertura della procedura di conciliazione in Prefettura, ma nei prossimi giorni i sindacati metteranno a punto una serie di iniziative. Che la situazione sia grave e delicata lo conferma il sindaco di Gussago, Bruno Marchina: «Nei giorni scorsi con il primo cittadino di Palazzolo Gabriele Zanni – spiega – abbiamo incontrato il direttore generale dell’Asl di Brescia Carmelo Scarcella, che ha confermato i nostri dubbi: se il piano di risanamento deve passare dalla Regione c’è poco da sperare. Non ci sono infatti molte possibilità di ottenere nuovi accrediti e l’aumento dei budget. Questo è un paradosso: la Richiedei ha una notevole potenzialità operativa che non viene totalmente sfruttata». Marchina è chiaro: «Alla Regione, dunque, non chiediamo l’elemosina ma un aiuto a sfruttare e valorizzare la capacità delle strutture di Gussago e Palazzolo». In effetti la domanda dei servizi di lungodegenza, geriatria e diagnostica offerte dai due presìdi sono in crescente aumento. Il rilancio della fondazione resta però ingessato.
«In questi anni non si è riusciti ad avviare il risanamento e l’ennesimo piano industriale dell’azienda non concede molte vie d’uscita – osserva Marchina -. Ci faremo promotori di un tavolo di confronto con tutti gli attori di questa vicenda coinvolgendo sindacati e territorio: la Richiedei è un capitale che dobbiamo cercare di salvare unendo gli sforzi».

La nota congiunta dei sindacati traccia scenari incerti. «I lavoratori, che sono stati in prima linea nel percorso di rientro dal deficit economico della fondazione contribuendo alla salvaguardia del servizio – si legge nel documento di Cgil-Cisl e Uil -, considerano inaccettabile l’atteggiamento dell’azienda e chiederanno solidarietà ai cittadini e alle famiglie a sostegno della loro vertenza». Ribadendo l’«alta criticità finanziaria», il presidente della Fondazione Richiedei Fausto Gardoni, in occasione della presentazione dei dati di bilancio, aveva comunicato una perdita d’esercizio di circa 1,3 milioni di euro, «un deficit però in linea con le previsioni del piano di risanamento 2010-2015». Proprio in virtù del piano industriale nel 2011, le banche avevano concesso nuove linee di credito per 5,3 milioni di euro da destinare agli investimenti per gli adeguamenti strutturali e l’approntamento di spazi per le nuove attività.
Cesare Mariani

Fonte: Bresciaoggi

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