Due risultati positivi proiettano il Richiedei verso nuove favorevoli prospettive di rilancio. Da un lato, il raggiungimento dell’utile nel bilancio del 2015 (16.345 euro), approvato dal Cda nelle scorse ore, dopo una serie di anni negativi. Dall’altro, la sigla di un importante accordo con i sindacati, per quanto riguarda le retribuzioni dei lavoratori, che punta al coinvolgimento economico dei dipendenti nell’ambito del conseguimento di risultati sotto il profilo aziendale.
«Manteniamo il contratto di sanità pubblica – spiega il presidente della Fondazione, Carlo Bonometti – come chiedevano i lavoratori e i sindacati, introducendo un elemento di forte innovazione contrattuale: in caso di utile, la Fondazione riconoscerà una percentuale ai dipendenti, in caso di perdita, invece, diminuiranno le quote di partecipazione di dipendenti. Tutti ora sono motivati a fare bene, dipendenti compresi. Il nostro obiettivo futuro, poi, è la parificazione dei contratti per tutti i dipendenti». Clima di distensione, dopo mesi di agitazione, dunque, e a sorridere sono anche le casse della Fondazione, che tornano a riempirsi dopo anni di deficit.
«Non conta tanto la cifra (16.345 euro di attivo – ndr), quanto l’inversione di una tendenza che in passato ha portato a forti segni negativi; stiamo, infatti, ancora pagando pesanti interessi passivi per i debiti pregressi», dichiara il Cda del Richiedei. Per il futuro si continua ad attendere una risposta della Regione in merito al progetto Pot (Presidio ospedaliero territoriale). «Non possiamo più aspettare – prosegue il presidente -. Per il futuro del Richiedei e dei sui lavoratori dobbiamo avere al più presto dalla Regione risposte chiare».
E in merito alle indiscrezioni trapelate sull’accordo raggiunto relativamente alla disdetta dei contratti di cinque lavoratori? «L’accordo trovato riguarda i contratti di tutti i dipendenti della Fondazione, come ho detto prima. Non siamo entrati invece nel merito dei cinque licenziamenti, impugnati dai sindacati e per i quali si attende il giudizio delle autorità», conclude il presidente.
Sindacati che dichiarano di vigilare sul futuro delle cinque lavoratrici licenziate l’anno scorso, mentre si ritengono soddisfatti dell’accordo raggiunto in queste ore. «Accordo che contiene – dicono i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil – gran parte delle richieste sindacali: mantenimento dei vari contratti nazionali, primo fra tutti il ccnl sanità pubblica per circa 180 dipendenti, impegno congiunto sia per l’occupazione sia per la stabilizzazione dei precari. Con la possibilità, in base ai risultati di bilancio, di adeguare alle cifre pregresse la produttività aziendale (l’erogazione è legata ai risultati di bilancio), con un contratto migliore per i lavoratori oggi inquadrati con la formula Uneba. Saranno possibili miglioramenti economici previsti dai futuri contratti nazionali anche in termini di produttività».
Federico Bernardelli Curuz
Fonte: Giornale di Brescia