Fondazione Richiedei: i lavoratori dicono “no” ai nuovi contratti

Ingresso Fondazione Richiedei a Gussago

Fermento e preoccupazione tra i lavoratori della Fondazione Richiedei; tema caldo di questi giorni sono i nuovi contratti proposti dal cda che, come hanno spiegato una decina di dipendenti della struttura, e rappresentanti di Cobas sanità di Brescia, «peggiorano condizioni, salario e norme». Nelle scorse ore, dipendenti e rappresentanti si sono dati appuntamento all’esterno della sala consiliare del Comune, in coincidenza con il Consiglio comunale, per un’azione pacifica di volantinaggio e sensibilizzazione.

«Noi lavoratori – hanno dichiarato – respingiamo il ricatto fra l’accettazione di condizioni lavorative, salariali e normative e lo smantellamento dei servizi erogati dalla Fondazione Richiedei. Brucia ancora, inoltre, la perdita del servizio Sad (servizio di assistenza domiciliare) ed il conseguente licenziamento degli operatori». La Richiedei ha formulato, nei mesi scorsi, una proposta di contratto della sanità privata che, ha spiegato il presidente Carlo Bonometti, porterebbe vantaggi economici ai dipendenti: la parte variabile che essi stanno percependo diventerebbe fissa, con ricaduta positiva su pensioni e sul sistema previdenziale. «Il contratto proposto – proseguono i dipendenti – prevede l’aumento dell’orario di servizio e la riduzione del periodo di ferie. Noi vogliamo difendere la funzione pubblica che la struttura rappresenta per il territorio, e preservare il posto di lavoro di chi, per anni, ha garantito un servizio alla popolazione». La richiesta è che sia mantenuto il contratto previgente: «Da mesi siamo in agitazione sindacale – proseguono – per difendere il contratto della sanità pubblica. Da parte del Cda non ci sono piani di rilancio, ma solo una logica di tagli. Chiediamo rispetto e che la politica e l’informazione si interessino a questo tema».

Fonte: Giornale di Brescia

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