Richiedei: si intravede la luce in fondo al tunnel. La Fondazione, infatti, chiude, per la prima volta dopo anni, il bilancio (2015) con un utile, di circa 20mila euro, e persegue il progetto Pot (Presidio Ospedaliero Territoriale) per il rilancio definitivo dell’azienda ospedaliera. «È un dato storico – dichiara il presidente della Fondazione Richiedei, Carlo Bonometti – se si pensa che il Richiedei torna a far registrare un segno positivo nei bilanci dopo circa 13 anni di perdite. Sintomo, questo, che la direzione intrapresa dal mio Cda, a poco più di un anno dalla nomina, è quella giusta. C’è però ancora molto lavoro da fare: ora per il futuro dobbiamo puntare alla realizzazione del polo geriatrico, che permetterebbe di trasformare il Richiedei nel Pot del Civile di Brescia. Noi ci siamo già proposti, adesso attendiamo una risposta da parte del Civile».
I piedi del «gigante» Richiedei sembrano, oggi, meno fragili; i lavori di ricostituzione e riorganizzazione amministrativa e strutturale, partiti dalle fondamenta, stanno permettendo, spiega il presidente, un’inversione di tendenza nei conti della Fondazione, che ha chiuso il 2014 con 443mila euro di passivo e in debito nei confronti degli istituti bancari, i quali ora non forniscono più all’ente ulteriori aperture di credito, per 24 milioni di euro. Il Richiedei potrebbe tornare alla vocazione originaria, specializzandosi nell’assistenza agli anziani e nella riabilitazione dei pazienti cosiddetti post-acuti. «Una soluzione – ha proseguito Bonometti – che permetterebbe a noi di svolgere attività a bassa intensità clinica, fornendo un servizio di grande importanza per la comunità e permettendo oltretutto di svuotare il surplus di posti occupati al Civile; un’operazione che si convertirebbe in maggiore efficienza, tempestività nel trattamento dei pazienti e un risparmio economico. Non va trascurato poi il fatto che il Pot avrebbe un costo pari a zero per il sistema sanitario».
La Fondazione sta attendendo che sia fatta chiarezza sulla permanenza o meno dei reparti di Cardiologia e Geriatria a Gussago; una risposta da parte del Civile è prevista entro il 31 marzo. Nel frattempo, in paese, si susseguono incontri e assemblee per discutere del futuro della Fondazione. Il licenziamento di cinque dipendenti, a settembre 2015, aveva fatto scattare l’allarme e attivato feroci proteste dei sindacati: «Non è mai piacevole dover licenziare qualcuno – spiega Bonometti -, ma va ricordato che il posto a queste persone era stato garantito in un’altra realtà (la cooperativa La Vela, ndr) e sono state loro a non aver accettato. Non va dimenticato, poi, che il Richiedei è un Ente privato, non pubblico; dobbiamo fare delle scelte a volte non piacevoli ma necessarie a permettere la sopravvivenza di un’intera struttura e di 280 posti di lavoro. Siamo sempre stati disponibili al dialogo, sono i sindacati a non voler vedere con chiarezza la situazione futura del Richiedei». Questo in risposta all’accusa di aver perso la gara di appalto Sad per il servizio di assistenza domiciliare, storicamente prerogativa della Fondazione, che aveva comportato la riduzione di personale. «La barra del Richiedei è ferma e punta sul Pot -conclude il presidente della Fondazione – che può essere la via per la rinascita».
Federico Bernardelli Curuz
Richiedei, le proposte di «Sinistra a Gussago»
Ritiro dei 5 licenziamenti; pacificazione dei rapporti con i lavoratori; ripresa in proprio della gestione della Rsa – oggi in appalto alla cooperativa Il Gabbiano – e istituzione di un tavolo di confronto tra Fondazione, Spedali Civili, università, realtà politiche, sindacali e amministrative di Gussago e dei comuni vicini per la realizzazione del Polo Geriatrico. Queste le proposte avanzate da Carlo Colosini, presidente di Sinistra a Gussago, e discusse durante l’Assemblea pubblica tenutasi nei giorni scorsi giorni nella sala Togni.
Fonte: Giornale di Brescia