A fine anno, il decreto interministeriale di ripartizione dei fondi Pnrr per la rigenerazione urbana dei progetti presentati dai Comuni con più di 15mila abitanti aveva innescato la protesta di numerose amministrazioni, del nord in particolare rimaste esclude dai finanziamenti. Ad innescare l’incendio era stato il criterio di suddivisione seguito: non solo il 40 per cento destinato ai paesi del sud (ma questo il Pnnr lo prevede negli atti costitutivi), ma quell’indice di vulnerabilità sociale e materiale che avrebbe in sostanza finito per il penalizzare ancor di più i centri del nord Italia. Morale, su una somma complessiva di circa 4,4 miliardi di euro di progetti avevano trovato finanziamento opere per 3,4 milardi, appunto molte del Sud: il resto aveva dovuto consolarsi di una ammissione senza risorse. Nel Bresciano a dire il vero i soldi sono arrivati: hanno gioito Lumezzane, Rovato, Desenzano. Nulla da fare invece per Chiari, Palazzolo, Darfo, Gussago, Concesio che invece adesso rientrano in gioco portandosi a casa complessivamente oltre 20 milioni di euro. Il dibattito politico ha ovviamente alzato i toni ed ha spinto il governo a correre ai ripari promettendo che anche per le opere rimaste fuori dall’assegnazione dei fondi del decreto interministeriale di fine d’anno si sarebbe trovato un rimedio. Il pressing non ha perso mai vigore, gli atti in direzione del recupero si sono susseguiti fino a quello decisivo di giovedì quando il ministero dell’Interno e il dipartimento per gli Affari regionali e le Autonomie della Presidenza del Consiglio dei Ministri «hanno adottato il decreto del 4 aprile 2022 con il quale si procede allo scorrimento della graduatoria e alla erogazione dei contributi pari a euro 900.861.965,41 per investimenti in progetti di rigenerazione urbana, volti a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale». Insomma, nero su bianco, dopo le riparazione promesse, ora lo stanziamento c’è.
Notizia accolta con evidente soddisfazione anche dalla pattuglia di comuni bresciani rimasti alla finestra tre mesi fa. È vero che i sindaci avevano avuto rassicurazioni che quell’esclusione era stato un errore di percorso (ma anche una sottovalutazione nazionale delle domande che avrebbero potuto pervenire, per oltre 4 miliardi alla fine) al quale si sarebbe posto rimedio e al riguardo si erano mostrati ottimisti sul futuro. Il decreto mette la parola fine all’attesa e consegna ai Comuni importanti risorse per la realizzazione dei progetti di rigenerazione urbana. Come Concesio che ha sul tavolo due interventi per complessivi 5 milioni di euro destinati alla riqualificazione della scuola dell’infanzia di Costorio che ospiterà anche un centro anziani e sistema zone del bocciodromo e della pista di pattinaggio. Palazzolo aveva chiesto un contributo di 850mila euro per la sistemazione dell’ex biblioteca Villa Lanfranchi e la ex casa del custode; con oltre 4,6 milioni di euro Darfo procederà al recupero del Conventone e di palazzo Palazzo Zattini. E altri 5 milioni arriveranno a Chiari e Gussago. Anche questi Comuni possono adesso che avviare la macchina: l’affidamento dei lavori dovrà essere fatta entro luglio 2023.
William Geroldi
Un tesoro da spendere per rinnovare il centro
«Un risultato storico direi, molto importante per noi, che ci consente di realizzare un intervento che avevamo già pensato». Giovanni Coccoli, sindaco di Gussago, gongola per il contributo di cinque milioni di euro del Pnrr destinati alla rigenerazione urbana, inseriti nel decreto ministeriale firmato la settimana scorsa. Cinque milioni che in verità Coccoli si aspettava a fine anno, non è stato così per una controversa ripartizione del fondo nazionale che aveva lasciato fuori dalla porta un sacco di comuni, e tra questi anche Gussago. L’intervento riparatore del Governo caldeggiato dall’Anci ha sanato la ferita e ora la cittadina dell’hinterland si appresta a spendere il suo tesoro. Lo stanziamento sarà rivolto, spiega Coccoli, alla riqualificazione del palazzo municipale e dell’adiacente piazza Vittorio Veneto.
«Quest’ultima in particolare – racconta il primo cittadino – ha bisogno di un radicale intervento perché a distanza di soli trent’anni dal rifacimento è in condizioni disastrose, non è degna del nome che porta». Meno complesso anche se pur sempre di rilievo l’intervento sul palazzo municipale, edificio di inizio ‘900, ristrutturato sul finire degli anni ’80. Il progetto, per una spesa prevista di circa 1,5 milioni prevede la trasformazione del piano terra in accettazione al pubblico di tutti gli sportelli e una migliore e diversa distribuzione degli spazi interni. Con una novità: l’ingresso principale non sarà più da via Peracchia, ma da piazza Vittoro Veneto a segnare una continuità oggi inesistente. La piazza cambierà completamente volto con il rifacimento della pavimentazione («Per questo lavoro ricicleremo il materiale di cui la piazza è fatta oggi» fa notare Coccoli); uno spazio per spettacoli e iniziative, mentre una rete ciclabile intorno alla piazza si connetterà con i percorsi protetti che partono dalle vie limitrofe. Le attività commerciali sulla piazza godranno di una fascia di plateatico profonda circa 5 metri; riguardo ai posti auto l’operazione nel complesso ne ricaverà 7/8 in più rispetto agli attuali. Il percorso prevede adesso la progettazione esecutiva per l’inizio dei lavori nel 2023.
William Geroldi
Fonte: Bresciaoggi