Il Gandovere rompe l’argine, all’altezza di una delle nuove rotonde a ovest della Mandolossa, invade i campi, si infila, con sassi e fango, lungo il piano inclinato della rampa della Fireco. L’area dell’impresa funge da imbuto e risucchia l’acqua, che giunge a un metro d’altezza nel cortile e nell’edificio di lavorazione, e a più di mezzo metro nel corpo principale della fabbrica che si affaccia su via Fermi. Il massimo della piena viene raggiunto dopo le 23 di giovedì. L’argine di contenimento del Gandovere, a causa delle piogge violente, ha ceduto nei pressi della rotonda. Immediatamente si è attivato il piano d’emergenza comunale: il Gruppo Sentieri di Gussago e la ditta Arici sono intervenuti, in aiuto ai Vigili del fuoco, con i responsabili del Comune di Gussago, coordinati dall’assessore Giovanni Coccoli che ha dichiarato: «Il piano di emergenza comunale ha funzionato. Già nei prossimi giorni si interverrà per ricostruire l’argine definitivo». Le operazioni sono durate tutta notte. Mentre i vigili del fuoco di Brescia si preparavano, con potenti autopompe, ai lavori di svuotamento del cortile della Fireco, l’argine veniva alzato. Un camion e una ruspa hanno rapidamente creato, nonostante il notevole flusso di piena, un argine provvisorio di terra e sabbia che ha bloccato il deflusso delle acque nelle campagne circostanti. L’ondata ha raggiunto un altro magazzino nelle vicinanze, fortunatamente dismesso. Un tratto in discesa, parallelo al letto del canale, si è trasformato in un torrente fangoso che è dilagato nell’area Fireco, infilandosi poi, nel cortile. Il salvavita dell’impianto elettrico ha immediatamente sospeso l’erogazione dell’elettricità. A questo punto, è iniziato il lavoro più pesante dei Vigili del fuoco di Brescia, dei titolari dell’impresa e dei dipendenti, che si è protratto per buona parte del giorno di ieri. L’acqua ha invaso i due edifici dove sono sistemate costose macchine a controllo numerico che sono state colpite dall’ondata di piena. Non è ancora possibile calcolare il danno poiché la presenza di fango e l’umidità impedisce la messa in tensione dell’impianto elettrico. Fino a quel momento non si potrà sapere se, accanto ai danni agli ambienti e alle auto aziendali, debbano essere conteggiate perdite legate alle apparecchiature di produzione aziendale.
Federico Bernardelli Curuz
Fonte: Giornale di Brescia