Ghidini, casalinghi «d’oro»

Le origini risalgono a poco prima della Seconda guerra mondiale e del fondatore -Cipriano Ghidini- ha mantenuto il nome e l’ambito produttivo: casalinghi.

La Ghidini nacque a Lumezzane come azienda produttrice di cavatappi e rompinoci. E la specializzazione, soprattutto la prima, l’aveva fatta diventare una sorta di «Ferrari» per amanti di bianchi e rossi e sommelier. Da un po’ di anni, però, la Ghidini non è più solo, o soprattutto, cavatappi. Lo spettro produttivo si è allargato alla gamma praticamente intera dei casalinghi, dei piccoli casalinghi, dell’oggettistica utile in cucina, dispensa e, ovviamente, in cantina. Ed è stata la svolta che fa dell’azienda guidata da Diego Andina una delle storie bresciane di successo, in particolare fra quelle che fanno casalinghi e che in qualche modo la iscrive al club delle aziende che fanno almeno l’utile netto del 10% sul fatturato. Con 18,4 milioni di ricavi nel 2011 (19,7 l’anno prima), la Ghidini ha messo a segno un utile netto di 3,1 milioni (2,4 milioni nel 2010) dopo aver pagato imposte per 1,4 milioni e fatto ammortamenti per 700mila euro (stabili). Niente oneri finanziari, anzi: il saldo finanziario è attivo per 55mila euro. La società (70 addetti) ha unità produttive e commerciali a Gussago e Lumezzane e conta di chiudere anche il 2012 con buoni risultati di bilancio.

Gli eccellenti risultati dell’azienda si segnalano doppiamente visto che i casalinghi restano un comparto non facile. Altra segnalazione:
oltre la metà dei ricavi viene fatto in Italia e questo è un dato in controtendenza rispetto a molte aziende del comparto.

Fonte: Giornale di Brescia

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