Giulia Venturelli in vetta al Cerro Torre in Patagonia

Venturelli Cerro Torre febbraio 2024

Cinquant’anni dopo l’impresa dei “Ragni di Lecco” Daniele Chiappa, Mario Conti, Casimiro Ferrari e Pino Negri, altri tre alpinisti lombardi conquistano la vetta del Cerro Torre, una delle montagne più difficili e inaccessibili del mondo da affrontare perché, da qualunque via si scelga di salire, bisogna affrontare almeno 900 metri di parete granitica.

Ripercorrendo la stessa via dei “Ragni di Lecco”, che a gennaio del 1974 salirono sino in cima alla vetta posta al confine tra Argentina e Cile, ai margini del ghiacciaio continentale del campo di ghiaccio Patagonico Sud, Giulia Venturelli da Gussago, Leo Gheza da Esine ed Eric Albertini da Vestone hanno realizzato la medesima impresa. Giulia Venturelli faceva parte di una spedizione, Gheza ed Albertini di un’altra: per salire e scendere dalla cima, perennemente ricoperta da un fungo di ghiaccio, hanno impiegato complessivamente sei giorni.

“Era da un po’ di tempo che non mi commuovevo arrivando in cima a una montagna – ha scritto la fortissima alpinista bresciana sui propri canali social – e devo ammettere che quando ho abbracciato i miei compagni qualche lacrima è scesa: non a torto la guida cita la via dei ragni come la “queen line”. E’ stato un lungo viaggio: sei giornate, 100 km, la salita e la finestra di bel tempo che sembrava diventare sempre più piccola: nelle situazioni difficili non sempre esce il meglio delle persone, invece sono stata circondata da un team eccezionale che ha reso queste giornate davvero uniche e indimenticabili, che dire sono super felice”.

Quella dell’ascesa alla “montagna terribile” della Patagonia è una storia fatta di mille polemiche. Nel 1958 due spedizioni, una guidata da Bruno Detassis e l’altra da Walter Bonatti e Carlo Mauri, dovettero rinunciare all’impresa, mentre nel 1959 Maestri cerò nuovamente l’ascesa assieme a Toni Egger e Cesarino Fava, asserendo di essere arrivato sulla cima assieme a Egger (che morì nella scalata), ma di non avere prove di aver raggiunto la cima.

Autentico “fuoriclasse” del Cerro Torre è stato certamente Ermanno Salvaterra, scomparso la scorsa estate cadendo dal Campanile Alto, che ha sempre ritenuto la montagna sudamericana “la più bella del mondo”. Dopo la prima ascesa compiuta nel 1982, il 13 novembre 2005, assieme a Rolando Garibotti e Alessandro Beltrami, dopo numerosi tentativi non andati a buon fine in precedenza, giunse in cima, scalando la parete nord. In tale occasione compì la sua impresa più significativa, aprendo la nuova via “El arca del los Vientos”.

Fonte: ildolomiti.it

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