Guida Espresso, al ristorante Dina assegnati 3 “cappelli”

Ristorante Dina

Ci siamo abituati da qualche anno a dare la prima pagina al Lido 84 dei fratelli Camanini, in occasione di ogni presentazione delle guide enogastronomiche. E in effetti, considerando che quella dei Ristoranti dell’Espresso ha assegnato al locale di Gardone Riviera il «premio Bertani» per Il Pranzo dell’Anno l’apertura ci starebbe anche oggi. Ma questa volta è giusto riservare l’applauso maggiore per Villa Feltrinelli, lo stupendo cinque stelle lusso di Gargnano dove è passato un buon pezzo di storia italiana degli ultimi 120 anni.

Il ristorante interno, con una terrazza sul Garda da far girare la testa, è entrato nel ristretto novero dei Cinque Cappelli, l’elite della guida diretta dall’esperto Enzo Vizzari. Un’èlite che l’anno scorso aveva accolto proprio il Lido 84: in sintesi, la sponda bresciana del lago ora vanta due Cinque Cappelli su dieci in totale. Per la cronaca, insieme a Villa Feltrinelli, sono entrati nel gruppetto il milanese Seta del Mandarin Oriental e la Madonnina del Pescatore a Senigallia. Complimenti quindi a Stefano Baiocco, marchigiano (quasi) naturalizzato da Gargnano, cuoco di classe naturale che ha portato nella struttura del gruppo russo Renova, la sua visione di cucina internazionale, molto raffinata e con ampio uso di vegetale, in gran parte raccolto nei curatissimi giardini della villa. Non è un caso che abbia pure ricevuto sul palco del Teatro del Maggio Musicale di Firenze – sede dell’evento – il premio My Chef riservato alla Performance dell’Anno.

In mancanza di un Quattro Cappelli e ricordando sempre che Miramonti l’Altro di Concesio è Cappello d’Oro dallo scorso anno – quindi fuori valutazione per i meriti acquisiti in passato – bisogna scendere al terzo gradino del podio per trovare altri ristoranti bresciani: l’emergente Dina a Gussago, il sempre affidabile Esplanade a Desenzano (altro punto a favore del Garda) e la certezza assoluta Gambero a Calvisano. I Due Cappelli sono andati a quattro locali: il «giovane» Casa Leali a Puegnago sul Garda, Nadia a Erbusco (quindi per l’Espresso è il miglior approdo in Franciacorta), il Fagiano del Grand Hotel Fasano (effettivamente in crescita), Leon d’Oro a Pralboino.

Infine, un Cappello per un bel gruppone in provincia: Al Malò a Rovato; Acquariva a Padenghe sul Garda; Carlo Magno a Collebeato; Due Colombe a Cortefranca; Cucina S. Francesco del Cappuccini Resort a Cologne; Locanda del Benaco, Rose Salò e Q.B. Punto Zero a Salò; La Lepre a Desenzano; Leone Felice Vista Lago a Erbusco; Saur e Sedicesimo Secolo a Orzinuovi, Natura ad Adro, Villa Giulia e Tortuga a Gargnano; Osteria della Villetta a Palazzolo sull’Oglio; Osteria H20 a Moniga, Gaudio a Barbariga. C’è spazio anche per Brescia: l’Osteria della Zia Gabri, Castello Malvezzi, La Bottega di Vittorio e il nuovo Veleno – quattro posti totalmente diversi per ambiente, cucina e pubblico – hanno conquistato un Cappello, sempre pochissimo pensando a città vicine quali Bergamo e Verona ma si può ripartire da qui in attesa di tempi migliori.
Maurizio Bertera

Fonte: Corriere della Sera – Ed. Brescia

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