Gussago Calcio: “Ripartiremo, ma è necessaria una riflessione”

Bomba carta Gussago Calcio

Un botto. Forte, fortissimo, tanto da far male più al cuore che alla sede colpita del Gussago Calcio. E trasforma una polemica in un gesto incomprensibile e da condannare. La voglia, se sei il presidente di una realtà trattata tanto ingiustamente, è quella di smettere. Poi la passione prevale, come si capisce dalle parole del numero uno Roberto Perotta, il quale però invita tutti ad una riflessione profonda. In quanto gesti del genere devono tenere tutti in allerta. «Ci sono scoramento, delusione, ma senza dubbio reagiremo e non la daremo vinta ai delinquenti – dice -. Lo sport ha la necessità di essere più forte di certi personaggi e di atti ignobili». Per qualche giorno però il pallone resterà fermo, a correre saranno solamente i pensieri. Poi le gambe torneranno a fare il loro dovere. «È questo quello che chiedo ai miei dirigenti, ai giocatori, agli allenatori. Ci fermiamo, ma solo per ripartire ancora più forti. So che alcuni avrebbero preferito continuare con l’attività, ma quanto è accaduto è troppo grave. E una riflessione andrebbe fatta a tutti i livelli, non solo da noi». Perotta ci tiene a precisare che quella con l’Atalanta «è un’affiliazione, preziosa specialmente per la formazione degli allenatori. Ma i nostri colori sono biancorossi ed è un dato oggettivo che noi tifiamo Brescia».

Tra i primi ieri ad esprimere solidarietà al Gussago Calcio il presidente della Figc bresciana Alberto Pasquali. «Al presidente Perotta ho portato la vicinanza di tutto il nostro calcio. Molti dirigenti mi hanno contattato per dirmi di essere vicini alla società gussaghese ed è giusto così, perché stiamo parlando di un gesto vile lontano anni luce dal nostro mondo». Non è certo una novità per le realtà piccole stringere «alleanze» con società più grandi, «in quanto – precisa Pasquali – sono una risorsa e permettono ad esempio agli allenatori che seguono le giovanili di formarsi. Tutti vorremmo che a catalizzare l’attenzione fosse solo il Brescia, ma non può essere così in una provincia che conta 14mila tesserati sotto i 14 anni, arrivando a 25mila se si allarga la forbice fino ai 18. Non dimentichiamoci che dirigenti, tecnici e persone che gravitano intorno al mondo giovanile, fanno un’opera sociale: niente soldi che girano, solo passione. Mi auguro davvero che un episodio tanto odioso e vergognoso non vada a minare un mondo del quale abbiamo estremo bisogno».
Gianluca Magro

Due uomini e un’auto nera nel mirino dei carabinieri

Un’utilitaria grigio scura, forse nera, partita a fari spenti a tutta velocità. E due giovani. Quello che ha piazzato e acceso la bomba carta. E il suo complice con le mani sul volante, il piede sull’acceleratore, e il motore acceso, pronto alla fuga. Sono questi gli obiettivi dei carabinieri della Compagnia di Gardone Valtrompia «investiti» dall’onda d’urto dell’ordigno rudimentale scoppiato sul davanzale della sede dell’Asd Gussago Calcio 1981, alle 21:20 di martedì sera. A dare agli uomini del capitano Piermarco Borettaz indicazioni circa il numero degli attentatori e il tipo di mezzo utilizzato per la fuga sono state le persone presenti al centro Corcione al momento del botto. Uscite di corsa in strada hanno notato un giovane salire a bordo di un’auto di modesta cilindrata, sul lato del passeggero. Sono riuscite a decifrare il modello, ma non ad annotare la targa.

Nella ricerca del mezzo e dei due occupanti gli inquirenti non possono contare su immagini a circuito chiuso. La zona del centro sportivo è sprovvista di telecamere di sorveglianza: per risalire alla proprietà del mezzo i carabinieri sono costretti ad allargare il raggio delle ricerche e farlo in tutte le direzioni. Gli inquirenti sono certi che i responsabili vadano cercati nell’ambiente della tifoseria del Brescia, non necessariamente di quella organizzata. In quella direzione spingono la «rivendicazione» vergata a spray sotto la finestra mandata in frantumi dalla bomba carta, quanto il possibile «movente». La prima riporta un classico «Odio Bg». Il secondo si desume dal recente accordo di collaborazione tra il Gussago Calcio e l’Atalanta che di Bergamo, come si sa, è l’indiscussa divinità calcistica. E dalla polemica «social» che ne è seguita. Il sospetto degli investigatori è che a piazzare l’ordigno artigianale delle dimensioni di una bottiglietta, che fortunatamente ha provocato danni solo alle cose, siano state «schegge impazzite» senza il consenso dei gruppi che popolano la curva Nord e la Gradinata del Rigamonti.

In seguito all’attentato di martedì sera la società gussaghese ha deciso di sospendere gli allenamenti di tutte le squadre fino almeno a lunedì prossimo. Ma non solo. L’onda lunga della bomba carta arriverà stamattina anche nella sede della Figc. Il Gussago Calcio infatti ha chiesto che la sfida di domenica della sua formazione iscritta nel campionato di Prima Categoria sul terreno del Valtrompia 2000 sia rinviata a data da destinarsi. La Lega Dilettanti regionale ha informalmente dato la sua disponibilità, oggi dovrebbe sciogliere la riserva e accogliere l’istanza del sodalizio gussaghese, che nel frattempo ha già raccolto il parere favorevole di quella valtruplina. Sabato a Castegnato, si giocherà senza dubbio invece Brescia-Atalanta del campionato Primavera. Una partita sentita come ogni derby dell’Oglio, che cade, scherzi del calendario, in un fine settimana non proprio indicato.
Pierpaolo Prati

Genitori spaventati ma nessuno vuole «ritirare» i figli

Tensione e paura in paese dopo l’esplosione della bomba carta alla sede del Gussago calcio; malinconicamente vuoto (dopo la decisione di sospendere allenamenti e partite) il rettangolo di gioco del Centro sportivo Corcione. A poche ore dalla deflagrazione dell’ordigno, in paese non si parla d’altro: «L’accordo tra il Gussago e l’Atalanta poteva portare dei benefici al club e ai ragazzi; ora questo schifoso gesto rischia di rovinare un bellissimo progetto» spiegano alcuni gussaghesi. «Sono azioni da vigliacchi; certo che magari si potevano scegliere altre società con le quali stringere accordi, invece dell’Atalanta», si legge in alcuni post sui social. Insulti pesanti sono stati indirizzati ai dirigenti biancorossi, accusati di aver venduto la maglia ai «cugini» e definiti «traditori» per aver portato i ragazzi, il 10 gennaio, ad assistere ad Atalanta-Genoa nella curva sud atalantina (i biglietti erano stati regalati al Gussago calcio dal club di Zingonia). Domenica scorsa la delegazione gussaghese – atleti della Scuola calcio 2008, Esordienti 2004, tecnici e genitori – dopo le amichevoli organizzate nella mattinata con il club atalantino, ha concluso la giornata allo stadio. «Per noi e per i ragazzi è stata una bella gita – spiegano alcuni genitori -: un’amichevole con l’Atalanta è una cosa che potranno raccontare quando saranno grandi». «Nessuno è stato obbligato ad andare, ma nessuno si è tirato indietro. Non è questione di tifo, ma di una bellissima opportunità per i nostri figli, che ci hanno anche ringraziato», spiegano. «Allo stadio eravamo in curva sud; non c’è stato alcun momento di tensione e i nostri non hanno fatto alcun tifo; hanno solo guardato la partita». «La notizia della bomba carta ci ha ovviamente preoccupato; non pensiamo, comunque, di ritirare nostro figlio dalla squadra», esclamano alcuni genitori. I campi del Centro sportivo rimarranno però chiusi a chiave.
Federico Bernardelli Curuz

Ultras della Nord: “Prendiamo le distanze e li invitiamo in curva”

«La Curva Nord non c’entra con quanto accaduto a Gussago martedì sera: per mesi tratta di cani sciolti, che nulla hanno a che fare con il tifo organizzato e in generale la tifoseria bresciana». Enzo Ghidesi, uno dei leader della Nord biancazzurra, non ha dubbi e a nome del gruppo prende le distanze da un gesto assolutamente senza senso. «Ci tengo anzi a precisare alcuni punti per far capire il nostro pensiero. Martedì intorno alle 13 ho contattato telefonicamente il presidente del Gussago Calcio Roberto Perotta per chiedergli un incontro. Volevo parlare a voce con lui della decisione di “accostarsi” all’Atalanta, ma in maniera del tutto civile e costruttiva. Ci siamo dati appuntamento per le 17 di mercoledì. «Qualche ora dopo – prosegue Ghidesi – ho anche parlato con un dirigente del Brescia Calcio, per capire se in qualche modo si potesse portare il Gussago ad essere della famiglia biancazzurra». Poi lo scoppio della bomba carta martedì sera, quella «firma» (Odio Bg) che ha subito portato chi indaga a scandagliare il mondo della tifoseria. «Oggi pomeriggio (ieri, ndr) come previsto ho incontrato il presidente e gli ho ribadito che la Curva Nord non c’entra nulla con quanto accaduto. Se dicessi che ci ha fatto piacere leggere di una squadra bresciana “vicina” all’Atalanta sarei un bugiardo, ma da qui a lanciare una bomba carta ce ne passa. Non esiste, nessuno di noi può aver compiuto un gesto tanto vile. Non mi stupirei se si trattasse di un cane sciolto, che magari frequenta anche lo stadio, ma per me non appartiene a un gruppo». Quindi la proposta: «Capiamo che a Gussago siano impauriti e noi siamo dispiaciuti. Per questo abbiamo invitato in curva i ragazzi per una delle prossime partite. Conto di vederli al Rigamonti».

Fonte: Giornale di Brescia

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