Anche il Mella ha il Consorzio imbrifero
Soldi in arrivo, in cassa e poi sul territorio. Circa 250.000 euro l’anno ma anche più. Grazie al Bim del Mella. La comunità montana di Valle Trompia ha infatti costituito ufficialmente il «Consorzio del Bacino Imbrifero Montano del Mella» che vede, secondo il disegno, la presenza di sedici comuni della Valle Trompia, con l’esclusione di Nave e Caino, insieme a quelli di Zone, Marone, Monticelli Brusati, Ome, Sale Marasino, Pertica Alta, Rodengo Saiano e Gussago. Non tutti i paesi sono sull’asta del fiume «ma – ha spiegato il presidente Massimo Ottelli – la conformazione di bacino è stata disegnata così non da noi ma con determinati criteri di territorialità da parte dagli enti competenti».
Sulla base della stessa logica, ad esempio, Bovegno e Collio attualmente fanno parte anche del Bim di Valle Camonica. Alla fine il Consorzio, la cui istituzione per convenzione sarà operativa a fine luglio con l’approvazione dello Statuto da tutti i comuni aderenti, decolla e si occuperà di provvedere all’incasso del sovracanone, previsto per legge e finora mai sborsato dai concessionari di derivazioni in quanto il Bim del Mella non c’era, per le centrali idroelettriche che sviluppano una potenza superiore a 220 Kw e che, solo in Val Trompia oggi sono oltre una ventina mentre si attendono autorizzazioni per altre cinque. Altro denaro poi potrà giungere dai «risarcimenti ambientali» in caso di danni accertati al territorio. Il Bim sarà gestito come struttura interna alla Comunità montana senza costi aggiuntivi: nel direttivo oltre al presidente Ottelli ci saranno gli assessori Gerardo Ferri e Angelo Marino, l’assemblea sarà formata dai sindaci.
«Si apre una nuova opportunità che porta risorse – ha spiegato Ferri – da reinvestire attraverso un piano di interventi di miglioramento che possono essere indirizzati in vari ambiti: dal reticolo idrico minore alla viabilità montana ma anche in altre aree al fine di continuare ad incrementare l’impegno per la salvaguardia territoriale». I primi incassi sono previsti per l’autunno; a regime si andrà da gennaio 2017 con buona pace di quanti, i concessionari, finora non avevano dovuto versare nulla in termini di sovracanone proprio per la mancanza di un organismo specifico «che pure non farà incassi enormi come altri della provincia – ha detto Ottelli – ma che consente margini di manovra in un ambito che andiamo a regolamentare così come previsto da una normativa in vigore da quarant’anni». La giunta Ottelli da tempo lavorava al progetto anche perché «non si tratta solo di imporre una nuova tassa ma di recuperare risorse che utilizzeremo ad uso esclusivo del progresso economico e sociale delle popolazioni dei comuni compresi nel bacino imbrifero e che verranno destinate annualmente con provvedimento dell’assemblea dei sindaci».
Flavia Bolis
Fonte: Giornale di Brescia
Fiume Mella, il “Bim” da progetto a realtà
Ci sono voluti quarant’anni di incontri e confronti, ma alla fine dalle idee e dalle intenzioni si sta passando ai fatti e ai documenti. Il progetto del Bacino Imbrifero Montano del Mella sta poco a poco diventando realtà. In cabina di regia, ovviamente, la Comunità Montana di Valle Trompia, che all’interno degli spazi di Gardone ospiterà la sede del nascente Bim, mettendo a disposizione competenze e personale. Un consorzio sovracomunale e sovraterritoriale che riunirà tutti i comuni della Valtrompia, includendo nel bacino di riferimento, suddiviso in quattro zone, alcuni municipi del Sebino, della Franciacorta e della Valsabbia. Ventiquattro in tutto gli enti locali che ne faranno parte: Collio, Bovegno, Pezzaze, Marcheno, Lodrino, Gardone, Tavernole, Marmentino, Irma, Polaveno, Sarezzo, Lumezzane, Villa Carcina, Concesio, Bovezzo, Brione, Zone, Marone, Sale Marasino, Monticelli Brusati, Gussago, Ome, Rodengo Saiano e Pertica Alta.
Il consorzio, che sarà il quarto in provincia di Brescia dopo quelli della Valcamonica, del Chiese e della Valsabbia e del Sarca, Mincio e Garda, si occuperà di incassare i sovracanoni versati dai concessionari delle derivazioni che operano nei territori che stanno attorno al Mella e ai suoi affluenti, piccoli o grandi che siano. In pratica, tutte le aziende che sfruttano l’acqua pubblica per produrre energia elettrica devono versare un importo annuale fisso e uno aggiunto in base a ogni kilowatt prodotto. Quest’ultimo balzello alimenterà il fondo del consorzio, stimato in 250 mila euro di gettito all’anno ma passibile in futuro di aumento visto il proliferare di centrali e centraline e di aziende che si occupano di produrre energia.
Il tesoretto, come già accade in Valcamonica e in Valsabbia (di pochi giorni fa la notizia che il Bim valsabbino incasserà da Enel più di 1,5 milioni di euro di sovracanoni arretrati), sarà poi investito sul territorio per interventi di bonifica e migliorie ambientali. Lumezzane è stato uno degli ultimi comuni, pochi giorni fa in Consiglio comunale, ad approvare la convenzione, che ha una durata di 50 anni. Durante la seduta il sindaco Matteo Zani si è soffermato brevemente sulle opportunità connesse alla nascita del Bim: «Il nostro territorio è interessato in maniera tangenziale perché non è attraversato direttamente dal Mella, ma il consorzio sarà utile per partecipare a progetti sovracomunali».
Fabio Zizzo
Fonte: Bresciaoggi