A Gussago il 30 giugno 2012 erano attivi 142 negozi, 5 in più rispetto ai 137 del 30 giugno 2011. Nel Bresciano invece la crisi falcia un negozio al giorno: secondo i dati 2012 dell’Osservatorio regionale nell’ultimo anno sono state chiuse 346 botteghe «di vicinato».
È crisi per i piccoli negozi di paese, quelli che tecnicamente si definiscono «di vicinato». I nuovi dati dell’Osservatorio sul commercio della Regione Lombardia – aggiornati al 30 giugno 2012 – «fotografano» per Brescia e provincia una situazione di generale difficoltà. Tra il 2011 e il 2012 infatti sono state chiuse 346 botteghe (tra alimentari e non), praticamente una al giorno. Secondo i dati regionali le vetrine ancora aperte a metà 2012 erano 16.579, contro le 16.925 dell’anno precedente. Un fenomeno, quello della «desertificazione» commerciale, che non ha solo risvolti economici, ma anche sociali, soprattutto quando le saracinesche «sotto casa» si abbassano nei paesi più piccoli e periferici, rendendo indispensabili gli spostamenti in auto anche per l’acquisto dei generi di prima necessità.
Secondo l’Osservatorio regionale nel Bresciano i Comuni che contano ormai solo un negozio sono già 6, ma in Valtrompia c’è anche il primo caso di desertificazione totale, visto che la piccola Irma ha perso da qualche mese la sua unica bottega. «Dove c’era il negozietto sono rimasti un bar e il ristorante ma il bancone degli alimentari è momentaneamente sospeso – spiega il sindaco Mario Bertelli -. Stiamo facendo il possibile per convincere i gestori a riattivare il servizio, per i nostri anziani e per l’immagine del paese, ma i costi e la convenienza economica fanno da disincentivo». Al momento quindi, per ogni spesa anche piccola, è necessario percorrere 3 chilometri e raggiungere Marmentino.
Allargando l’analisi (intendendosi per negozio di vicinato tutte quelle attività di vendita che non superano i 150 metri quadri nei Comuni con meno di 10.000 abitanti e di 250 mq per le altre municipalità) si scopre che ben 40 Comuni non superano le 10 licenze, contro i 36 censiti nel 2003 e i 37 del 2008. Rispetto a cinque anni fa le nuove difficoltà hanno trascinato al ribasso anche Sellero, Barghe e Acquafredda. Sul filo del rasoio quindi, legati a un unico presidio diventato fondamentale, ci sono le comunità valsabbine di Magasa, Pertica Alta e Valvestino, le camune Losine e Paisco Loveno e la valtrumplina Brione.
La situazione drammatica dei piccoli borghi montani è comunque solo la faccia più evidente di una situazione regressiva che negli ultimi anni ha portato a molte chiusure anche nei paesi di pianura, e non più solo nei centri che contano poche centinaia di abitanti. Il rischio più imminente di rimaner privi di piccoli negozi lo corrono oggi quattordici territori, tra cui Cerveno, Longhena e Marmentino che contano solo due attività e Mura, Pertica Bassa, Prestine, Treviso Bresciano e Villachiara con tre. Tra tante comunità piccole c’è anche chi ha perso negozi pur vantando bacini d’utenza importanti. Il comune più sofferente sopra i 1.000 abitanti è in questo momento Villachiara, mentre il più penalizzato tra quanti oltre passano quota 2.000 anime è Caino, ridotto a sole 4 vetrine. Stesso numero si conta nelle piccole Capovalle, Lozio, Lavenone, Incudine e Pezzaze.
Flavio Archetti
Fonte: Giornale di Brescia