“Gussago è…”, buon Natale 2020!

Natale 2020

In occasione del Natale il nostro concittadino Massimo Spagna ci ha “donato” la sua bellissima lirica “Gussago è…” ed il suo commento. Da parte nostra un grande augurio di Buon Natale e di un sereno anno nuovo. Di seguito la lirica ed il commento di Massimo Spagna:

Gussago è…

Le piccole vie
di lontani ricordi
sulle quali da tempo
son vissuti momenti.

Le colline ridenti
a mostrar i loro frutti
che con mani vissute
han donato colori.

Il profumo di pane
il giocar di bambini
il suonar di campane
e la sagra dei vini.

Laggiù nel prato si ode
come un canto lontano
di questa terra silente
ma che profuma d’amore.

Ed il nonno seduto
con il sole che brilla
racconta al piccino
i suoi vecchi ricordi.

Carissimi, amici ed amiche,
sono onorato di potervi donare questa mia lirica. È stata scritta circa quattro anni, fa un giorno d’estate, mentre i miei pensieri volgevano dolci e lieti a dare forma e vita a quello che di più caro tenevo: ai “Ricordi della mia dolce terra: Gussago.”

In quel preciso momento, bussando alla mia finestra, erano tornati alla luce. Il mio cuore dettava parole, mentre la mia mano scriveva su quel bianco foglio parole d’amore. Ricordi di momenti vissuti che, insieme a molti altri, ho sempre custodito nel mio mistico scrigno. Le parole avvolgevano quei precisi attimi di contemplazione, di velata emozione. Pian piano, vi confesso che mi sentivo preso sottobraccio, invogliandomi ad aprir piano quella porta alla mia terra, colma di frammenti di vita regalati da chi è stato parte integrante della mia vita. Ricordi, di cammini vissuti con l’infinito desiderio di mai toccar tramonto, mentre dai suoi scorci antichi si udivano voci e profumi a festa.
Quelle brevi righe, di quella dolce lirica, sono state scritte ad invitar le menti a portare minuziosamente alla luce la vita del nostro borgo di un tempo. Erano sapori diversi, dove nutrivano con linfa di gioia le nostra giornate, i nostri spensierati cammini, i nostri interminabili momenti. E ritornano innumerevoli quei brani di vita, decisi e veri, come quando magari durante la sera noi piccoli come per incanto, attorno al fuoco scoppiettante di un grosso ceppo, respiravamo venti di sorpresa attraverso i racconti dei nostri nonni.

Tutto era più semplice, più vero, come quando all’inizio della primavera le nonne, le mamme, cominciavano a trascorrere il loro tempo lavorando a maglia nel silenzio della stanza. Ricordo ancora l’interminabile tintinnio dei loro lunghi aghi che ininterrottamente emanavano. La vita era nuda dinnanzi a tutto. Ricordo benissimo quei tempi, dove per esempio quando giungeva l’inverno, a noi bambini, veniva comperato un paio di scarpe, magari con una o due taglie in più perché queste dovevano durare almeno tre o quattro anni. Oppure come quando i vestiti dei fratelli più grandi venivano passati a quelli più piccoli, mentre mamme e nonne impegnate li rammendavano con cura affinché sembrassero nuovi, o dove le bambole che erano il regalo prezioso per le bambine più piccole, venivano ricavate da vecchie lenzuola dando loro forma e vestendole con un pizzo riciclato più volte, pitturando il loro viso con un sorriso che trasmetteva speranza.

Ma tutto ciò era bello perché era vero, unico e sincero, dove la vita era genuina e l’amore infinito.

Ecco, tutto questo è la mia lirica, la mia poesia.

E rivolgo alle nuove generazioni queste mie parole e credetemi non voglio che siano percepite nell’ennesima chiave paternale, ma solamente desidero invitarvi ad una riflessione, la stessa che nasconde la mia lirica. Un breve invito alla riflessione.

Oggi come oggi, non dobbiamo sprecare nulla, nemmeno l’amore per la propria terra. Nemmeno le abitudini, usi costumi di questa. Abbiamo tutti il dovere di custodire ciò gelosamente in ogni nostro cuore, non lasciando che l’acqua fredda di quel ruscello porti lontano per sempre le nostre radici, le nostre bellezze, i nostri interminabili ricordi.

Ed oggi carissimi, grandi e piccini, colgo l’occasione per porgere a tutti voi che avete dedicato parte del vostro tempo a leggere queste mie emozioni, i miei migliori Auguri per un sereno e dolce Santo Natale.

Ad ogni nonno e nonna invece, voglio accarezzare dolcemente ogni loro singolo volto e guardandoli negli occhi, sussurrare queste mie parole: “Grazie… grazie di vero cuore, per averci donato e trasmesso profondi insegnamenti, radicati in questa nostra terra, silenziosa e semplice magari, ma che emana ancora una volta profumi d’amore.”

Con grande affetto e stima.

Massimo Spagna

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