L’importo versato per l’IMU dai contribuenti di Gussago sulla prima casa è stato di 355.001 euro. I versamenti effettuati sono stati 3.573 quindi il versamento medio per la prima casa è stato di 99,36 euro.
A Limone si registra la media più alta, con 444 euro. Solo 6 versamenti a Valvestino, seguito da Paisco (16). Al top c’è Desenzano con una raccolta di 3,4 milioni.
È la madre di tutte le imposte locali se in pochi mesi ha raccolto dagli italiani la bella cifra di quasi 24 miliardi di euro, 4 dalla prima casa e oltre 19 da tutto il resto del patrimonio immobiliare, seconde case, aree, fabbricati industriali, ecc. Ed è stata anche promossa a madre di tutte le polemiche dopo che l’ex capo del Governo Silvio Berlusconi ha promesso nei giorni scorsi la restituzione dell’imposta sulla prima casa se vincerà le elezioni.
L’IMU, l’imposta sugli immobili tiene banco nel dibattito politico, subentrata alla vecchia Ici con un effetto ben più rotondo per i bilanci degli italiani, ha portato alle casse dello Stato linfa vitale per i conti pubblici, confermandosi in fondo per quella che alla fine è, una patrimoniale, seppur anomala. L’imposta comunale sulla prima casa nel Bresciano, secondo i dati diffusi dal Tesoro, ha fruttato una cinquantina di milioni di euro, con una forbice pro-capite tutta Gardesana, che non raggiunge i venti euro in Valvestino, sei le persone che hanno versato, fino alla media di 444 euro a Limone. Cifre peraltro incrementate rispetto alla vecchia Ici poichè il Governo ha introdotto dei moltiplicatori che hanno fatto schizzare i valori catastali sui quali è stato poi determinato l’ammontare del prelievo fiscale. A scorrere la classifica delle medie più basse e più alte balzano subito all’occhio due raggruppamenti: il pro-capite più basso dell’imposta sulla prima casa si registra in Valle Camonica, a Vione, Paisco Loveno, Vezza d’Oglio, Braone, Lozio, Paspardo, Cevo; al contrario nella lista dei centri in cui l’Imu media pesa di più prevalgono i Comuni gardesani: Padenghe, Gardone Riviera, Gargnano, Salò, Soiano, Desenzano.
Tra le capitali della provincia, Montichiari, il secondo Comune per numero di abitanti, si colloca al contrario nella zona più bassa della graduatoria, con poco più di 124 euro di media, superato di una buona misura da Lumezzane; nell’ovest, Palazzolo e Chiari, mostrano valori abbastanza omogenei così come Gussago e Rovato intorno ai cento euro, nella Bassa Ghedi sfiora gli 80, Leno gli 86; di gran lunga più alto il valore di Manerbio, 130 euro.
Una analisi dei valori assoluti d’incasso colloca Desenzano tra i Comuni della Provincia al primo posto con ben 3,4 milioni di euro pagati dai proprietari di prime case, seguito da Palazzolo a 1,3 milioni di euro, di poco davanti a Orzinuovi, una posizione inattesa, a 1,2 milioni, segue Ospitaletto, con 1,1, infine Lumezzane un filo sopra il milione di euro con Salò. Chiari e Montichiari segnano al riguardo una flessione inversamente proporzionale al numero degli abitanti. In ogni caso, il meccanismo delle detrazioni e dei bonus per i figli a carico ha mitigato l’imposizione.
Anche se il vero nodo, quello che potrebbe provocare una vera e propria rivoluzione e gli inevitabili rincari, è costituito dall’aggiornamento degli stessi valori catastali che tutti gli esperti concordano nel ritenere in molti casi fuori dal mercato. Per capirci, vi sono abitazioni nei centri storici che sborsano un’Imu più bassa di un nuovo appartamento realizzato in zone magari periferiche, questo perchè i valori catastali del primo non sono aggiornati. Ogni tentativo di metter mano alla partita finora è naufragato, forse qualcosa cambierà presto visto che l’Imu da quest’anno resterà tutta nelle casse comunali. Un cambiamento destinato di riflesso a stimolare l’impegno dei Comuni nella ricerca di ulteriori risorse, in cambio di una maggiore tutela per i redditi più bassi.
William Geroldi
Fonte: Bresciaoggi