Incubo per una gioielliera: speronata, picchiata e rapinata in strada

Un commando preparato, ben attrezzato e determinato a portare a termine la «missione», a qualunque costo. È quello entrato in azione venerdì sera a Gussago e sulle cui tracce ci sono da alcuni giorni i carabinieri della stazione del paese, coordinati dal luogotenente Giovanni Caluisi, che stanno vagliando tutti gli elementi disponibili, partendo proprio dai «ferri del mestiere» abbandonati dalla banda in fuga. E dal bottino: contanti, anelli e collane che potrebbero lasciare un segno del proprio passaggio sul mercato clandestino.

A finire nel mirino della banda una 48enne bresciana residente a Gussago, titolare di un negozio Comprooro nella zona di via Vallecamonica. Quella di venerdì sera è stata con tutta probabilità una delle ultime chiusure dell’anno e la donna ha deciso di portare via dal negozio alcune migliaia di euro in contanti oltre a diverse decine di anelli e collane. Merce per un valore complessivo stimato attorno ai 100mila euro. Una manciata di minuti prima delle 20 la 48enne ha preso la via di casa insieme ad un’altra donna che lavora con lei.

Mentre, a bordo di un Suv, percorreva via Mandolossa, all’altezza delle distillerie è stata superata da una Fiat Punto che si è messa di traverso sulla strada costringendola ad inchiodare. Nello stesso istante un furgone l’ha tamponata, bloccandole ogni via di fuga. Dal cassone sono scesi tre uomini con indosso passamontagna e giacche scure: brandendo delle mazze da muratore hanno mandato in frantumi i vetri della vettura, terrorizzando le due donne. La titolare della gioielleria è stata strattonata e fatta scendere dall’auto, colpita con almeno due ceffoni e poi spinta lontano dalla vettura. A quel punto i tre malviventi sono saliti sul Suv e sono fuggiti via lasciandosi alle spalle i due mezzi usati per la rapina. In pochi istanti sul posto sono arrivate le pattuglie dei carabinieri di Gardone Valtrompia e Gussago e sono stati disposti posti di blocco in tutta la zona che non hanno però dato esito.

I primi ad essere esaminati sono stati i mezzi abbandonati in via Mandolossa. Si tratta di una vettura e un furgone rubati nei giorni scorsi a Rovato e CorteFranca. La vettura della donna invece è stata lasciata poco distante, nel parcheggio di un complesso residenziale di via Trieste dove con tutta probabilità la banda aveva lasciato un’auto «pulita» per garantirsi la fuga. La prima impressione, stando anche ai racconti dei testimoni, rimasti pietrificati nelle auto bloccate in coda nei pochi istanti in cui si è svolto il blitz, è che si tratti di una banda di rapinatori esperti e che conoscevano nel dettaglio il territorio e le sue vie di fuga. Dalle pochissime parole che hanno detto sembra che le indagini si stiano indirizzando verso «batterie» di italiani, forse addirittura di bresciani, che devono aver avuto informazioni attendibili prima di colpire.
Paolo Bertoli

Al vaglio i transiti sotto i portali e il mercato della ricettazione

Un colpo studiato nel dettaglio e che con tutta probabilità ha avuto bisogno di numerosi sopralluoghi e appostamenti prima di essere messo in campo. Da qualche mese nel comune di Gussago sono attivi i portali per la lettura delle targhe dei veicoli in entrata in paese e da quelli si attendono dati importanti per indirizzare le indagini. Non solo. Anche il passato e il presente di chi vive e lavora attorno al negozio della vittima viene passato al setaccio alla ricerca di dettagli che possano ricondurre ad un eventuale basista della banda. I contanti non lasciano tracce ma i gioielli, soprattutto i più lavorati, possono essere rintracciati anche sul mercato della ricettazione e aiutare gli inquirenti a risalire a chi li abbia piazzati e forse anche a chi li ha rubati.

Fonte: Giornale di Brescia

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