Inganni “titolare” del Museo del gusto?

Santissima 2014

Quella di Angelo Inganni (Brescia, 1807 – Gussago, 1880), pittore e gourmet, che abitò per lunghi anni alla Santissima con la prima moglie, Aurelia Bertera, poi con la seconda, l’affascinante pittrice di origine francese Amanzia Guerillot, potrebbe essere, secondo alcune proposte emerse in paese, la figura-guida del Museo del gusto a Gussago. L’ombra dell’illustre abitante, che dedicò sapidi quadri di feste a base di spiedo, a kermesse contadine e al buon vivere in villa potrebbe condurre i visitatori lungo i percorsi del museo dedicato ai sapori locali. In questo modo si unirebbe cultura tout court alla cultura del cibo, permettendo ai visitatori di compiere un viaggio nel mondo Biedermeier, di cui Inganni fu esponente. Un vero e proprio riflusso, un abbandono della lotta politica, a favore di quella riscoperta del privato di cui Inganni fu uno splendido cantore. La figura dell’artista – che ha un’evidenza nazionale – potrebbe consentire di aprirsi a un suggestivo percorso di narrazione nel quale i colori equivalgono ai sapori, consentendo di raccontare la storia della struttura che fu legata alla pittura, al vino e al cibo.

Fondato dai domenicani come luogo di villeggiatura estiva e di controllo della produzione del vino, l’edificio quattrocentesco fu posto in vendita nel corso dell’avvento napoleonico. I beni ecclesiastici furono espropriati. Nel 1823 l’ex convento venne acquistato dal noto pittore originario di Gussago, Giambattista Gigola che, a Milano, aveva accumulato una fortuna, realizzando ritratti in miniatura. Nobili e borghesi andavano a gara per farsi ritrarre da lui. Così la sua florida cassa gli permise di acquistare lo straordinario edificio, che gli consentiva di tornare alle proprie radici. Quando Gigola morì, la sua vedova, Aurelia Bertera si sposò con il prestante, giovane collega del marito, Angelo Inganni appunto. Durante l’Ottocento, grazie all’intervento architettonico di Vantini, la facciata dell’edificio assunse l’immagine di un castello da fiaba. Quando Aurelia Bertera – che era soltanto usufruttuaria dell’edificio, lasciato in eredità da Gigola all’Ateneo di Brescia – morì, l’ex convento venne acquistato da un grande amico di Inganni, Paolo Richiedei, che consentì al pittore e alla giovane compagna, divenuta poi moglie dell’artista, di occupare in comodato gli splendidi locali. Angelo e Amanzia produssero qui, nel luogo che dovrebbe ospitare il Museo del gusto, numerosi quadri e disegni, ma anche vasi decorati, sagome fermaporte, cuscini dipinti. Un’unione, quella del gusto e del colore che potrebbe dare valore aggiunto al progetto.
Federico Bernardelli Curuz

Fonte: Giornale di Brescia

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