Aspettando che si trovi una soluzione progettuale condivisa per lo svincolo di Navezze ancora nel limbo, lungo la sp 19 entra in funzione un autovelox con sistema tutor. Non si tratta dell’apparecchiatura che immortala targa e veicolo che supera i liniti di velocità, bensì il sistema di monitoraggio che verifica la velocità media su un segmento di strada. E nel caso registri lo sforamento dei limiti, scatta la sanzione. Il tratto che viene sorvegliato è quello compreso tra l’uscita della galleria di Concesio fino all’esterno del tunnel di Ronco in territorio di Gussago.
«L’obiettivo del Comune e della Provincia non è fare cassa mettendo le mani nelle tasche degli automobilisti, ma di garantire il rispetto dei limiti di velocità e innalzare la sicurezza su un tratto di strada pericoloso», osserva il sindaco Giovanni Coccoli. Il tutor tuttavia non risolve il problema della messa in sicurezza dello svincolo di Navezze della sp19, tra le gallerie di Concesio e di Ronco. Maggioranza e minoranza di Gussago hanno bocciato l’idea prospettata dalla Provincia di costruire due rampe. Da anni il Comune invoca una rotatoria per mitigare i fattori di rischio su questo segmento di strada, teatro anche di incidenti mortali, ma il Broletto ha risposto che il rondò non è una soluzione tecnicamente percorribile. Ma per la Giunta la rotatoria è la soluzione più economica, e anche la meno impattante a livello ambientale e storico-culturale. Senza contare che renderebbe superfluo il tutor, considerato che il rondò costringerebbe i mezzi a rallentare. Anche le minoranze di centrodestra ritengono che «la rotonda “allungata” sia il progetto migliore. E invece, contro ogni logica, i tecnici della Provincia impongono una rampa in uscita, che costringerebbe le vetture a doversi immettere a Ronco, congestionando ulteriormente la già complessa viabilità della frazione.
L’esecutivo sostiene che la soluzione del Broletto costa 10 milioni di euro, circa dieci volte rispetto alla realizzazione della rotonda. C’è poi l’ostacolo della salvaguardia dei beni culturali. I due innesti sarebbero realizzati su un’area dove sono presenti due edifici storici importantissimi quali il Löc de la Bègia, una dimora quattrocentesca appartenuta al casato Averoldi, e la chiesa della Pieve, altro preziosissimo luogo, meta di attrazione turistica grazie alla presenza del celebre Pulpito di Maviorano del VIII secolo.
Cinzia Reboni
Fonte: Bresciaoggi